La scorsa settimana, i militari della Tenenza di Sant’Angelo dei Lombardi hanno portato a compimento una delle più complesse ed articolate indagini mai espletate su tutto il territorio irpino. Si trattai, nella fattispecie, dell’operazione “FIDELITY”, già nota alla cronaca per l’aver permesso, nell’ottobre 2012, di procedere all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un promotore finanziario il quale avrebbe sottratto ingenti somme di denaro, in danno di centinaia di risparmiatori. Il servizio ha preso spunto dalle numerose denunce-querele, dalle quali è stato possibile risalire alla presenza, sul territorio, di un promoter finanziario il quale, avrebbe, secondo l'accusa, usufruito del proprio ufficio presso la filiale di un noto istituto di credito nazionale, sito nel Comune di Lioni, e avrebbe posto in essere artifizi e raggiri e producendo falsa documentazione attestante inesistenti consistenze patrimoniali, e si sarebbe appropriato, negli anni, delle disponibilità finanziarie a lui affidate, con la conseguente distrazione di all’incirca € 7.000.000,00, in parte, sarebbe, dovuta a perdite in operazioni ad alto rischio – sarebbe stata effettuata all’insaputa dei risparmiatori – ed in parte per finalità personali. Dal comunicato della GdF. L’intera vicenda è stata, da ultimo, esaminata dal reparto operante, in collaborazione con il Nucleo Speciale Privacy ed il Garante per la protezione dei dati personali, anche sotto un profilo di carattere amministrativo, in virtù delle numerose violazioni che sarebbero state perpretate in materia di trattamento dei dati personali. Nel caso di specie, l’attività d’indagine avrebbe permesso di acclarare l’utilizzo da parte del promotore dei dati personali della propria clientela, da lui detenuti per l’esercizio dell’attività di intermediazione finanziaria, al fine di procedere all’esecuzione di investimenti ad alto rischio ed operazioni di natura bancaria a totale insaputa dei risparmiatori ed in assenza di alcun tipo di autorizzazione formale. Tali dati, infatti, sarebbero stati impiegati per la compilazione e la sottoscrizione della modulistica richiesta per l’apertura di conti correnti, istituzione di carnet di assegni, ordini di acquisto, vendita di titoli, sottoscrizione di polizze e di disposizioni bancarie, il tutto ad integrazione del reato di “trattamento illecito di dati” di cui all’art. 167, comma 1, del Dlgs. 196/2003, avreppe permesso, tra l’altro, l’irrogazione, nei confronti dell’istituto di credito, responsabile della gestione dei dati personali, di sanzioni di carattere amministrativo superiori, nel massimale, a € 5.400.000,00. 

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