Avellino. Il piatto tipico avellinese del 13 dicembre ha la sua associazione, con tanto di marchio, e tesseramento. I “cicci di Santa Lucia”, pietanza tipica del giorno dedicato alla Santa protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini diventa, grazie alla passione gastronomica di un gruppo di irpini, una vera e propria celebrità. Merito del presidente dell’associazione, Raffaele Venezia, che dopo diversi anni di culto della pietanza, ha voluto fondare l’associazione “Cicci di Santa Lucia”, per rendere giusto merito ad una classica tradizione culinaria avellinese, celebrata sui principali siti di cucina e che ha un posto d’onore anche nel sito della Regione Campania alla sezione “agricoltura”. Il comunicato dell'Associazione. Si tratta di una zuppa mista di cereali e legumi prodotti localmente, condita con un aglio e peperoni: la tradizione secolare vuole che il mais bianco, il grano tenero, i ceci, i fagioli e le lenticchie vengano messi in ammollo per circa 12 ore, per poi essere bolliti insieme fino a che non abbiano assorbito tutta l’acqua. Infine, si uniscono ad un soffritto di peperoni tondi sottaceto, conserva tipicamente locale, conditi con aglio. Il piatto, dal sapore robusto e invernale è oggi preparato abitualmente durante il periodo più freddo dell’anno”. Da ormai un lustro, gli estimatori di questa pietanza, si ritrovano per celebrare la festa ed onorare il desco. Da oggi, la costituzione dell’associazione che il presidente Venezia rappresenta così: “E’ sicuramente un modo concreto per promuovere il territorio, le usanze, la cultura, degustando i “Cicci di Santa Lucia”, nelle aree circostanti il capoluogo e nella città di Avellino stessa, dove la ricetta viene gelosamente custodita e tramandata e non ammette varianti alla tradizione. La valorizzazione del territorio passa anche attraverso la riscoperta delle tradizioni locali”. L’associazione avrà a breve anche la sua pagina Facebook per consentire a chi vuole celebrare questa pietanza tipica, di aderire e tramandare la tradizione avellinese attraverso la tavola di qualità.

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