Avellino. "I platani presenti nei principali assi viari della città di Avellino sono, da anni, pesantemente interessati dalla funesta malattia denominata “Cancro colorato del platano”. Ogni volta che si è dovuto procedere all’abbattimento delle piante ammalate, si è detto e si è scritto molto e ognuno ha creduto giusto dare la propria opinione o lamentela, pochi offrendo soluzioni credibili, nessuno ricercando strumenti risolutivi. Di oggettivo, sul tema, c’è solo che unico agente di diffusione del “Cancro colorato” è l’uomo, attraverso l’assenza di profilassi nelle operazioni di manutenzione ordinaria del verde. Questa, quindi, la causa per cui la malattia, negli anni, si è insediata stabilmente sia in Viale Italia che in Viale De Gasperi, arrivando a contagiare, circa due anni fa, anche il Platano monumentale della Villa Comunale. Un’area, quella dell’Orto botanico avellinese, fino ad allora indenne da questo tipo di patologia. Nel tempo trascorso, si è lasciato che il contagio proliferasse, fino a far contare oltre trenta piante infette che, oramai morte e prive di fogliame, costituiscono un continuo rischio, per il sempre più probabile pericolo di schianto e continua causa di contagio sulle piante sane, per il reiterarsi di manutenzioni errate. (...) Vista la impossibilità di poter tollerare oltre lo standard operativo "passato", alla assenza di un coordinamento tecnico-scientifico, nella "cura" dei platani, il Forum della Segreteria provincialePD - “Ambiente e Comunità”, operando direttamente con il Sindaco Paolo Foti e l’assessore all’ambiente Giuseppe Ruberto, ha dato vita ad una serie di incontri con tecnici ed associazioni che hanno portato, concretamente, anche ad Avellino, ad una rivoluzione degli approcci consolidati. Dagli incontri tecnici avuti, è stato reso oggettivo che l’unico vettore del “Cancro colorato del Platano” resta, esclusivamente, l’uomo e la sua incapacità a gestire, nell’ordinario, le operazioni di manutenzioni secondo le regole e le normative della profilassi; fondamentale che gli operatori della manutenzione siano correttamente formati ed informati sui protocolli operativi imposti dalle normative in materia; altrettanto fondamentale, che tutte le operazioni, anche quelle ordinarie, siano coordinate da tecnici professionisti in grado di garantire l’esatta applicazione dei protocolli d’intervento. Per arrivare alla concretizzazione di questi punti, facendosi carico anche delle difficoltà esistenti per l’assenza, nella pianta organica del Comune, di idonee figure specializzate, il Forum, grazie al contributo di due agronomi ha sensibilizzato l’Ordine Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali, perché attraverso un loro patrocinio venissero garantite sia le istanze tecniche che quelle di gestione. Mario Pagliaro, responsabile "Ambiente e Comunità" della Segretria provinciale del PD. E’ nata, così, una proposta di convenzione, formulata dall’Ordine al Comune di Avellino, per una collaborazione tecnica, totalmente gratuita, finalizzata al coordinamento tecnico dei protocolli dovuti e di affiancamento degli addetti alla manutenzione, durante le operazioni, in funzione di ausilio tecnico scientifico. Una soluzione di metodo, quindi, immaginata in un’ottica multidisciplinare, che avvicina politica e società civile, destinata  a diventare precedente di “buone pratiche” che dal comune capoluogo si lavorerà per far diventare standard a carattere provinciale, superando quelle storture della gestione emergenziale del verde pubblico che troppo spesso le nostre comunità devono subire. Ringraziando per la sensibilità dimostrata dal Sindaco di Avellino, dall’Assessore all’Ambiente e dal nuovo Dirigente del settore e, ovviamente, dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Avellino, pur consapevoli che il patrimonio alberato della città capoluogo dovrà subire per altri anni, l’eredità accumulata nelle passate gestioni, costringendoci ad assistere ad altri necessari tagli, finalmente, però, possiamo dire che si #cambiaverso e per il futuro del verde in Città si possono immaginare prospettive diverse, fatte di ordinarietà e non di continua rincorsa delle emergenze".

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