Avellino. Il circolo PD "Vittorio Foa" interviene sulla gestione "urbanistica" da parte dell'Amministrazione comunale.   "L’attenzione mediatica sul caso Assoservizi ha fatto passare in secondo piano la scelta dell’ultimo Consiglio Comunale di approvare il cambio di destinazione d’uso in deroga per un immobile realizzato negli anni duemila e destinato, prevalentemente, a Parcheggio Multipiano di interesse Pubblico; si tratta di una scelta che rischia di rappresentare l’avvio di un nuovo percorso interpretativo che va a stravolgere l’impianto dell’attuale strumento urbanistico. Una specifica Convenzione approvata in Consiglio Comunale, oltre dieci anni fa, ha decretato gli obblighi del Privato a fronte della Concessione del Pubblico a realizzare un’iniziativa privata di prevalente interesse pubblico. Dopo molti anni il Consiglio Comunale ha, di fatto, cambiato gli obblighi della Convenzione in nome di un Interesse Pubblico definito come “razionalizzazione dell’edificato”. Ecco, dunque, che la nuova “Urbanistica creativa” rimodula il concetto di Interesse Pubblico trasformandolo in un non ben precisato Interesse Pubblico alla” razionalizzazione dell’Interesse Privato”. Una concessione in deroga, per di più in deroga ad una Convenzione che stabiliva, grazie ad una precedente delibera di Consiglio Comunale, i requisiti dell’attrezzatura pubblica (parcheggio multipiano), realizzata su istanza del privato e comprendente una precisa percentuale tra parcheggi ed attrezzature di uso pubblico rispetto a spazi di interesse privato, per il ritorno dell’investimento. Modificare i patti tra pubblico e privato, oggi dopo 14 anni, senza che si materializzi un evidente, concreto e tangibile interesse pubblico è davvero molto lontano dai principi dell’Urbanistica contemporanea. A noi non interessa disquisire sulla legittimità o meno dell’operazione, tanto meno cedere alla lamentazione del partito dell’immobilismo, ma ribadire che sin dai suoi esordi la disciplina urbanistica ha definito dei concetti inviolabili, caposaldo dei programmi e dei Piani che faticosamente, fin dagli anni ’30 del ‘900, hanno cominciato a disciplinare democraticamente due forze di segno opposto: l’interesse Pubblico e l’interesse Privato. L’argine alle ragionevoli spinte del privato è stato individuato introducendo il principio inviolabile dell’interesse pubblico. Se questo necessario argine viene a mancare tutto l’impianto di un Piano o di un programma di sviluppo una collettività decade ed implode. Sotto questo punto di vista la scelta rassegnata dal Consiglio Comunale è un segnale non molto incoraggiante, poiché ci da il senso di come questa amministrazione, al di la delle chiacchiere e delle belle dichiarazioni di facciata, si approccia ad una materia delicata, che spesso dietro le sembianze del pubblico interesse nasconde le peggiori intenzioni di natura speculativa. E se colleghiamo questo segnale agli altri lanciati nel recente passato sull’argomento, ci chiediamo con quali intenzioni questa amministrazione affronterà le altre e ben note vicende relative alla realizzazione ed attuazione del vigente strumento urbanistico. Di una cosa siamo certi. Noi non tollereremo ulteriori operazioni di “urbanistica creativa” e denunceremo senza remore di sorta alcuna quanto dovesse essere compiuto in barba ai più elementari principi di tutela dell’interesse pubblico, perché abbiamo a cuore le sorti di questa città e non quella dei soliti noti. L'analisi politica del Circolo PD "Foa"; Se così non fosse la Città capoluogo sarebbe sempre più un miraggio e resterebbe solo la cura dell’interesse privato con tutte le sue conseguenze. E questo è inammissibile".

La Riproduzione del materiale pubblicato su Cinque Righe è vietata
Note Legali