Avellino. Silvia Amodeo, consigliere comunale del PD all'Ente Comune di Avellino, interviene sulle dimissioni di Ida Grella da capogruppo del suo partito, il PD in Consiglio comunale nella seduta di Venerdì scorso: "Ida Grella ha scelto l’assise comunale  per rassegnare le sue dimissioni da Capogruppo del Partito Democratico e non poteva esserci scelta diversa per chi ha rivestito questo ruolo con senso di responsabilità e dedizione. Non ho bisogno di rimarcare pubblicamente ciò che ho sempre pensato e che continuerò a pensare. La stima personale nei confronti di Ida Grella va ben oltre questa esperienza amministrativa. Ritengo però che il ruolo di un consigliere sia anche questo: esternare pubblicamente la delusione profonda mista a disappunto in relazione a ciò a cui si è assistito. La comunicazione all’aula del Capogruppo Grella non è stata nient’altro che il logico epilogo della decisione di una persona perbene e responsabile che, responsabilmente, ha svolto il suo ruolo. La Amodeo continua nella sua analisi politica: Un ruolo complesso che prevede capacità di raccordo e di mediazione in un contesto che si è formato secondo criteri che, spesso, non rappresentano la propria sensibilità. Non so fare previsioni su ciò che potrà produrre questa decisione, la fase che attualmente attraversa il Partito Democratico è certamente una fase molto delicata, a livello locale come, del resto, a livello nazionale. La capacità d’inclusione di questo grande partito pare stia rappresentando un freno a quelle che sono le sue potenzialità. Attualmente, il Consiglio Comunale ha, almeno sulla carta, una maggioranza quasi assoluta. In Regione, dopo il buio dei cinque anni del governo Caldoro, pare sia partita una fase nuova di agibilità politica che sta facendo ben sperare in una  prossima ripresa. Eppure, le lacerazioni interne al partito interrompono la linearità di questo percorso. Ed è stata proprio l’assenza di  linearità che, credo, abbia determinato la scelta di Ida Grella. Le dimissioni irrevocabili di Ida Grella non arrivano come un fulmine a ciel sereno; già lo scorso Gennaio, lo ricordiamo tutti, ci fu una riunione sulla sede del Partito Democratico che ebbe all’ordine del giorno le dimissioni del capogruppo. Tra i presenti, nessuno espresse la volontà di avallare quella decisione. Non una critica, una  osservazione sul suo operato,  solo solidarietà e sostegno. Da quel momento in poi, però, si è messo in campo un disegno che oggi si compie con la decisione presa dal Capogruppo. Disegno che si è definito all’indomani delle regionali, quando i nuovi assetti politici si sono palesati anche nelle correnti interne al consiglio comunale. Il ruolo del Capogruppo è stato messo in discussione quando, in assise, si è parlato in nome e per conto di ‘componenti’ autonome da quella che sarebbe dovuta essere la linea politica comune. Oggi, quindi, con le dimissioni di Ida Grella dal ruolo di capogruppo del gruppo consiliare del PD si compie qualcosa che  ha a che fare non solo con la realtà dell’ambito dell’assise comunale ma con ciò che caratterizza un costume sociale. Perché se esiste una ritualità di entrata in un ruolo, non esiste alcun rito di uscita. Si pratica qualcosa che è assimilabile all’eutanasia del ruolo. L’uscita da un ruolo, va a chiudere la Amodeo, non è solo competenza individuale ma dovrebbe essere l’espressione di un urlo non espresso, di un fallimento non ammesso. E se questo è accaduto per qualcuno, chiedo che questo qualcuno apra bocca  per emettere quell’urlo non espresso e per esternare il fallimento di questa esperienza. Credo che a Ida Grella questo, almeno, sia dovuto".

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