Avellino. Il Partito Democratico domani si riunisce in Assemblea provinciale. All’Ordine del giorno ci sarebbe dovuto essere, in sostanza, il voto di sfiducia al Segretario Carmine De Blasio ma questo non accadrà perchè le firme necessarie, 52, per poterla discutere, non sono state presentate in calce al documento, a data precedente. A questo punto, anche se ci fossero 90 firme, in Assemblea, con documenti di identità, passaporti, stato di famiglia, certificato elettorale e dichiarazione dei redditi, il tutto non basterebbe perché lo Statuto prevede che siano le perone in carne e ossa a votare la sfiducia. Non basta un pezzo di carta. Se ci sono queste firme, perché non averle presentate prima, in tempo utile per "fronteggiarsi" domani? Perché arrivare a una terza assemblea, eventuale, sulla quale spetta al Presidente la decisione? Il Partito Democratico ha fatto registrare, al suo interno, nelle ultime settimane, diversi "cambi di posizione". Chi era "con" De Blasio non lo è più, forse, ma anche chi era "contro" De Blasio, forse oggi non lo è più o non è più tanto amico o compagno di chi magari oggi firma o firmerebbe per "sfiduciare"; Si sono consumate all'interno delle varie "anime o fazioni" diverse rotture, anche inaspettate, palesi e anche plateali. Un Partito Democratico piuttosto "litigioso politicamente" nel quale la maggioranza attorno a De Blasio ha, magari manifestato insofferenza ma pare anche certo che il fronte delle opposizioni alla linea di Via Tagliamento sia variegato, eterogeneo che al più, porterebbe a una "vacatio" della Segreteria, in un momento difficile sia dal punto di vista politico che delle "emergenze" sociali da affrontare. Il punto importante di tutta questa discussione o pseudo tale è: Le anime che all'interno del PD voterebbero contro De Blasio avrebbero solo in questa fase un momento di convergenza in quanto sono distanti, tra alcune di esse, "anime", anni luce le posizioni politiche. Spodestato De Blasio si andrà al voto per eleggere il nuovo Segretario. A questo punto si andrebbe ognuno per conto proprio in base alla "indole politica" originaria o si sceglierebbe un segretario comune? Potrebbe un renziano votare lo stesso nome di un dalemiano, cuperliano, bersaniano, magari "speranziano" e quanto altro ancoa? Potrebbero questi scegliere nuovi CdA con nomi comuni, condivisi? Potrebbero individuare un nuovo, eventuale, candidato Sindaco della Città? Potrebbero mai queste "frammentazioni" "fondersi" per diventare una "guida forte" del Partito Democratico?

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