Avellino. Costantino Preziosi, uno dei principali leaders dell’opposizione in Consiglio comunale interviene sulla nuova Delega assegnata dal Sindaco Paolo Foti a Maria Elena Iaverone, Assessore e Vicesindaco, quella dei “Rapporti con il Consiglio”: I rapporti con l’opposizione, dopo i vari strappi, sono difficili da ricostruire. A partire dalle Finanze - Urbanistica – Vigili Urbani dove tutto mi sembra surreale, così come nel settore dei Lavori Pubblici dove l’assessore ogni trenta giorni si rimangia quello che ha detto prima”. L’analisi politica di Preziosi. “Penso che la delega serva più alla maggioranza, ammesso ce ne sia una che per i rapporti con l’opposizione. Se ne renderà conto tra qualche giorno”. Dino Preziosi parla dell’impegno civile che sta portando avanti con Toni Iermano, ex Assessore alla Cultura della Giunta guidata da Giuseppe Galasso. “Per quanto riguarda la nostra civile protesta con “Io non ci sono” si riferisce al fatto che non ci siamo con amministratori schiavi dell'opportunismo e del servilismo. Noi siamo con una classe dirigente, che è tra le più vecchie d'Europa, che non sa parlare del domani. Non siamo per una classe dirigente che lotti per elevare la nostra comunità, sollevandola dallo stato in cui è stata messa. Da tempo la città è alla ricerca di un riferimento e di una bandiera alla quale aggrapparsi, perché hanno capito che ci sono persone che per decenni hanno rovinato le nostre terre e le coscienze di intere generazioni col metodo clientelare; l’analisi politica di Preziosi. Noi non ci siamo con chi adesso vuole spiegarci la politica con la complicità intollerabile dei sopravvissuti. Nessuno si rende conto che Avellino è una piccola città con una piccola borghesia conformista e servile, con una modestia intellettuale. Su tutto ciò domina un familismo atavico di origine contadina e rurale. Noi non ci siamo con quella politica che per decenni si è limitata ad usare una mentalità senza ideali, se non quelli personali, che da tempo sovrastano l'agire sociale e locale. Abbiamo bisogno di uno spazio della libera espressione. LA PAURA DELLA LIBERTÀ domina regole e vincola comportamenti mentre un uomo è veramente libero quando segue LA LIBERTÀ DELLA.PAURA E NON LA PAURA DELLA LIBERTÀ. Dobbiamo combattere il monopolio delle limitazioni, solo in questo modo avremo uomini e donne libere dalla paura, liberi di vivere per la "politica" e non di politica attraverso una militanza civile, perché credono che la politica sia ancora passione, lungimiranza e senso di responsabilità per amministrare una comunità. Noi non ci siamo con quelle persone che lottano per la politica per propri interessi personali. Chi fa politica la fa per il potere, ma questo non spaventa, ma è pericoloso quando diventa sopravvivenza, cialtronismo, inciviltà e immoralità; l’analisi politica sulle eventualità di un agire politico. Su queste brevi premesse si riassume il famoso motto rivoluzionario di De Sanctis "io non ci sono”.

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