Avellino. "L’uso che oggi si fa del Consiglio Comunale non risponde alla sua funzione. Non  è  chiaro, infatti,  il perimetro  che individua  le componenti  di maggioranza e  minoranza. Un minestrone di personalismi che nulla ha a che fare con quello che dovrebbe essere un gruppo di lavoro scelto per indirizzare le scelte migliorative per  la città; il duro attacco al Civico Consesso dell'Ente Comune di Avellino, da parte di Silvia Amodeo, esponente PD, circolo "Libertà è Partecipazione" proprio nel giorno della riunione, nuova, alla quale la dottoressa in Farmacia non ha preso parte. "Sulla carta, questa amministrazione, è una amministrazione targata PD … sulla carta. Le   sottocorrenti,  le componenti  o qualunque termine possa individuare un elemento di separazione interna, sono  il  vero  “pane quotidiano”  di questa maggioranza. Nonostante i numerosi e ripetuti richiami al senso di responsabilità  operati dai riferimenti istituzionali del Partito Democratico provinciale, a mettere fine a diatribe interne che inibiscono lo svolgersi sereno dell’attività amministrativa, quello a  cui assistiamo oggi ha del paradossale"; continua nella dura analisi politica l'esponente "democratica" includendo anche il fatto che non è  possibile che il PD, il gruppo continui a non nominare il "capo" al suo interno. Le domande che richiamo il "paradosso" di una vicenda amministrativa che la Amodeo pone sono:  "C’è una componente del PD che si dichiara  “anti-Foti”, che non siede ai tavoli di maggioranza e che indice riunioni “ parallele” con consiglieri scelti e convocati “a macchia di leopardo” all’interno delle stanze della Casa Comunale per discutere di mozioni presentate ad orologeria; il commentto in analisi politica. Questo  perché  non ci si vuol  sedere al tavolo con il Sindaco, di cui non si condividono linee e programmi. Una rottura che sembra insanabile...Ma il Sindaco Foti è o no un Sindaco eletto nelle liste del PD? La fronda anti-Foti è o no parte del PD? Quali sono le possibilità di manifestare il dissenso quando i percorsi politici si dividono? Sono due: il passaggio all’opposizione o  le dimissioni. Ma questo non accade. Trincerandosi  dietro  il fatidico  “bene della città”, si  contraddicono  tutte le motivazioni che hanno portato alla scelta di campo iniziale. Si può accettare tutto questo? No, non è compatibile con  quella che è la definizione e il ruolo del consigliere  comunale. E, quindi, non è possibile più  avallare sedute di Consiglio, che pure hanno un costo per i cittadini,  che finiscono per diventare  prove generali di campagne elettorali future. Credo sia  giunto il momento di mettere un punto".

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