Avellino. "L'iniziativa di ieri è nata intorno al dibattito che si è venuto a creare rispetto al modello di gestione da attuare per l'ex Eliseo. Ma la questione non riguarda solo l'Eliseo, riguarda un tema complesso ed essenziale per la nostra comunità che è quella del governo degli spazi e delle strutture con finalità culturali". Carmine Schettino, del circolo PD "Vittorio Foa" e membro della Direzione nazionale dei Giovani Democratici. "Personalmente ho sottolineato come ad una stagione del recupero e della realizzazione di edifici per ospitare iniziative culturali non sia seguita una stagione di elaborazione di un pensiero che possa dare senso compiuto a queste opere. Il risultato è stato che alcune opere sono inutilizzate e altre utilizzate per fini diversi da quelli per cui sono state realizzate. Questo è sotto gli occhi di tutti: l'Asilo "Patria e Lavoro" è stato riconsegnato alla città per ospitare mostre di arte contemporanea ma ospita di tutto comprese feste private e nessuna mostra; la Casina del Principe è stata ristrutturata per essere la foresteria del teatro Carlo Gesualdo e scuola per i mestieri delle arti cinematografiche ed è divenuta la locanda di una certa borghesia avellinese; il convento di San Generoso ci è stato riconsegnato per essere una struttura di formazione e ricerca universitaria ma non si è stati capaci di far altro che farlo ritornare ad essere la caserma dei Vigili Urbani. Noi del circolo Foa siamo convinti, continua Schettino, ed è questo il vero motivo che ci ha portato ad organizzare la bella e molto partecipata iniziativa di ieri, che senza una visione complessiva delle vocazioni e delle funzioni che la città si candida a svolgere il patrimonio di beni a nostra disposizione diventa vittima dell'incuria, del degrado e a volte peggio ancora degli interessi di privati. Se la città vuole riappropriarsi di questi beni è necessaria la costruzione di un'idea delle funzioni culturali che la città vuole far vivere. Da qui, chiude l'esponente del Circolo PD "Foa", anche la nostra proposta della Fondazione, che senza scendere nel dibattito giuridico sulla sua impostazione, deve essere lo strumento che cerca di tenere insieme i luoghi della cultura, senza che ognuno di essi venga diversamente o malamente utilizzato".

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