Avellino. In data odierna il Personale della Squadra Mobile della Questura di Avellino e i militari del Nucleo P. T. Della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a una Ordinanza di misura cautelare personale emessa dal G. I. P. del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino diretta da Rosario Cantelmo nei confronti di 6 soggetti indagati a vario titolo in ordine ai reati di cui agli articoli 314 C. P., 319, 320 C. P.;  dal comunicato della Procura irpina "trasmesso" dalla Guardia di Finanza. Le indagini protratte per diversi mesi, evidenzierebbero, in fase di indagine, quella che sarebbe stata l'illecita gestione di una società "in House" del comune di Avellino, denominata "Azienda Città Servizi" avente come scopo speciale la gestione della aree parcheggio cosiddette chiuse, del verde pubblico e del servizio di pulizia di immobili, in concorso con i rappresentanti legali e dei gestori di fatto di alcune cooperative sociali, a cui, dalla fase di indagine, in cambio di favori concessi all'incaricato di pubblico servizio (per lo più, assunzione di persone da lui indicate e sottoscrizioni di tessere a favore di organizzazioni sindagali, dalla fase di indagine, a lui legate) veniva materialmente affidato il servizio. Nello specifico, le indagine effettuate tramite operazioni tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali e supportate da perquisizioni domiciliari che hanno portato al sequestro di documentazione di estrema rilevanza probatoria in parte archiviata anche all'interno di supporti informatici rinvenute nel corso delle operazioni di P. G. evidenzierebbero, quelle che verrebbero ritenute in fase di indagine, illecite dirette assegnazioni di servizi e mediante quelli che sarebbero stati irregolari rinnovi dei contratti sptipulati a favore di una rete di cooperative sociali ritenute conniventi, che sarebbero state incaricate della gestione delle aree pubbliche di parcheggio, della manutenzione del verde pubblico e di altri servizi pubblici, l'amministratore della società "in house" avrebbe ricevuto in cambio, l'utilità costituita dalla possibilità di indicare i nominativi delle persone che le cooperative avrebbero avviato al lavoro presso la stessa società e avrebbero consentito l'assunzione di soggeti che rientrerebbero nella sfera dei suoi, ritenuti in fase di indagine, interessi personali. Quella che sarebbe stata l'illecità gestione della Società "in House", sarebbe stata caratterizzata da una pluralità di episodi in cui sarebbero stati utilizzati denaro e beni della società per scopi, ritenuti in fase di indagine, esclusivamente privati e personali dell'amministratore e di, viene addota in fase investigativa anche di altri soggetti gravitanti nella sua orbita familiare e personale. Le indagini farebbero emergere numerosi episodi in cui gli indagati sarebbero stati indifferenti ad eventuali controlli e anche dopo essere venuti a conoscenza formale delle indagini si sarebbero appropriati e/o avrebbero utilizzato beni mobili di proprietà dell'Ente, tra i quali automezzi aziendali, un TV color e biciclette a pedalata assistita, sarebbero cosi stati distolti dalla loro reale destinazione d'uso per quelle che sarebbero state ragioni del tutto estranee alle esigenze dell'ufficio. Quanto emergerebbe dalle indagini, ci sarebbe anche stato un utilizzo indebito delle carte di credito intestate alla società "in House", da parte, viene ritenuto, dell'amministratore e di persone a lui vicine. Infatti, grazie all'esecuzione di un apposito decreto di accertamenti bancari ed alla minuziosa analisi degli investigatori verrebbe ad emergere come le carte di credito sarebbero state utilizzate anche per scopi che sarebbero riconducibili alle spese personali del medesimo e, continua l'ipotesi investigativa, di suoi amici e familiari. A seguito dell'esecuzione del provvedimento in questione, l'amministratore della società "in House" è stato sottoposto agli arresti domiciliari mentre altri 5 soggetti sono stati destinatari del divieto di dimora nel comune di Avellino. Risultano, inoltre indagate, "dice" la nota della Procura, a vario titolo altre quattro persone.

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