Il Referendum Costituzionale sul Disegno di Legge del Ministro per le Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi approvato lo scorso 12 Aprile è, nei fatti già indetto, in quanto sono state presentate alla Corte Costituzionale le firme necessarie per richiederlo. Il "deposito" è avvenuto da parte del numero minimo necessario dei parlamentari, di opposizione al Governo Renzi ma anche della stessa maggioranza. Il Referendum per la "approvazione" delle modifiche alla Carta Costituzionale è "obbligatorio" quando queste vengono votate in Parlamento da meno dei 2/3 della Rappresentanza; a "sentenziarlo" è l'articolo 138 della stessa "Prima Legge" dello Stato. Il DdL è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 Aprile ma non è stata data promulgazione, per quanto “detto sopra”. Bisogna dire che il Referendum (che non avrà l'asticella del "quorum, 50+1 e potrebbe essere "spacchettato" in più quesiti), non ha ancora una data certa, in quanto sono da rispettare i tempi tecnici che vengono "offerti", nei “casi di specie” come questo ovvero: "Entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, possono fare richiesta del referendum popolare un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali". La richiesta è “partita” sia dalla Camera dei Deputati che dal Senato. Il voto dovrebbe tenersi ad Ottobre ma la data precisa non c’è. Questa potrebbe "variare" tra il fine Settembre, primi di Ottobre con qualche piccola possibilità che slitti a Novembre. L’incertezza è data anche dal fatto che ad Ottobre dovrebbe esserci la pronuncia della stessa Corte Costituzionale sulla “legittimità” o meno della Legge elettorale, "Italicum", questa, in sostanza "cucita" per la Riforma costituzionale "proposta" dalla Boschi. A seconda della “Pronuncia” della Corte cambierebbero le “aspettative”, gli umori e di conseguenza il "rush finale" che porterà al voto referendario, se dopo tale pronuncia annunciata (questo passo ha un punto interrogativo "conseguenziale"). Quanto alla lunga campagna referendaria ci si chiede: Le firme al SI o al NO che i rispettivi Comitati raccolgono, a cosa servono? Il Referendum è già in programma quindi queste non serviranno, di fatto, per arrivare a richiederlo. Allora, cosa sono? Una sorta di "contratto preliminare"? A nulla varrebbe in quanto poi nell'urna l'elettore farà quello che ritiene ma non perchè ha in precedenza sottoscritto un SI o un NO. Sono una sorta di "sondaggione"? Spiegare le motivazioni a sostegno del Si o del No è giusto e necessario in quanto i punti di incertezza all'elettorato sono tanti ma per spiegarli bisogna anche prepararsi nel merito in quanto l'improvvisazione genera confusione e quindi "sufficienza" nel voto, sia in un verso che nell'altro, se non proprio "fuga" e di questi tempi l'astensionismo è un "cruccio", un risentimento che certa politica provoca viste le recenti percentuali sull'affluenza alle urne, "un calo crescente" che bisognerebbe combattere con "dosi massicce" di "buona politica".

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