“Sono un appassionato di ricerca in senso ampio ossia approfondisco tutti gli argomenti che riguardano la storia antica in generale, l'archeoastronomia, l'astronomia, ufologia e via discorrendo. Insomma sono un gran curioso”. Si presenta così ai nostri lettori Sabato “Tino” Coviello nato nel 1975 ad Avellino, Responsabile commerciale ed informatore tecnico, ruolo svolto per diverse aziende. “Nello specifico della ricerca di simboli mi occupo di alcuni petroglifi (graffiti, segni scavati nella roccia) e non solo che sono presenti in tutto il mondo ed anche in molti paesi della nostra Irpinia. Sono simboli, incisioni che riguardano un gioco che da secoli ha intrattenuto gli uomini in tante parti del mondo e di qualunque ceto sociale. La particolarità è che spesso questa figura ludica è presente in luoghi dove tutto si poteva fare fuorché giocare. Per la posizione e le dimensioni di alcuni ritrovamenti si esclude totalmente la valenza ludica e prevale quella simbolica. Ad esempio spesso questo disegno si trova inciso in luoghi sacri quali Chiese, Cripte, vecchi Ospitali dove i pellegrini erano soliti riposarsi quando percorrevano le strade per arrivare in terra santa. Ci sono anche alcune connessione con i templari ma è sempre tutto da verificare Insomma l'argomento è molto ampio. Sabato prossimo. Continua Coviello,  a Bonito ci sarà un convegno con la responsabile nazionale del centro studi “Triplice Cinta”, appunto il nome del petroglifo simbolo-gioco di cui ti ho esposto poc'anzi. Interverrò io in quanto ricercatore e scopritore della maggior parte dei simboli presenti in Irpinia e non solo. Assieme a me ci saranno altri studiosi e ricercatori. La conferenza si terra a Bonito in quanto è uno dei paesi irpini in cui ho scoperto il simbolo sulla parte della Chiesa Madre, una triplice cinta ossia lo schema del gioco del filetto quello che solitamente sta dietro il gioco della dama”. Le mie scoperte sono tra le varie, oltre Bonito, in Mirabella Eclano, Gesualdo, Torre le Nocelle, Rocca San Felice, Villamaina Taurasi e in altri luoghi irpini ma sono autore di scoperte anche in Basilicata, Puglia etc.”. Quanto a Summonte, Coviello ci "informa", relativo alla Torre Angioina c'è un reperto originale custodito presso il Museo di Avellino e una riproduzione dello stesso presso la stessa Torre.

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