Avellino. La crisi al comune di Avellino non è “peggiore” delle altre, perché di momenti  travagliati l’amministrazione guidata da Paolo Foti ne ha passati diversi con Giunte “a iosa”. Dopo il 15-15 di Lunedì scorso all’atto della votazione sugli “equilibri di Bilancio” si è determinato uno “stop” che deve in qualche modo dare la smossa al Sindaco. Se entro una ventina di giorni non si comporrà una maggioranza che approvi tale strumento, il “rischio” è che vi provveda il Commissario “ad acta” nominato dalla Prefettura e quindi si vada tutti a casa. Questi 20 giorni, in sostanza, però, non sono nulla di diverso, nello stringere politicamente, da quanto accadde con le dimissioni di Foti nell’Ottobre 2014, che portarono ai 20 giorni di riflessione e al successivo rimontare a cavallo. L'approvazione del Bilancio, in un modo o nell'altro potrebbe aversi in Consiglio, indipendentemente da "alleanze più o meno programmatiche" ma, eventualmente superato lo "scoglio", la "chiave di volta" sono i dameliani; il gruppo dei "Democratici per il Cambiamento" non ha votato contro l’approvazione degli “equilibri” ma non si è presentato e avendo trovato col Sindaco, un paio di giorni prima una base di dialogo, questo potrebbe portare al concretizzarsi in una sorta di collaborazione ma al momento questo non vuol dire che si concretizzi in un voto favorevole al Bilancio (oggi meglio non "puntare" neanche un euro). I “commenti” dell’onorevole Luigi Famiglietti visto anche i “precedenti”, come all'ASI non sortiscono grandi effetti sulle "dinamiche dameliane". Il gruppo dei "Democratici per il Cambiamento" ha posto al Sindaco delle questioni e su queste si proverà a lavorare. Quanto ai mal di pancia che qualcuno potrebbe soffrire all'interno dei "resistenti", gli 11 con l'aggiunta di un altro paio, in un modo o nell'altro se li dovranno far passare visto che l'ancora di salvezza di Foti sono Salvatore Cucciniello, Francesca Medugno e Gerardo Melillo.

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