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CRONACA  - 
Carabinieri; Monteforte Sfruttamento prostituzione Chiuso club Misure cautelari
08 OTTOBRE 2016 - Ore 12:55

La scorsa notte, i Carabinieri della Compagnia di Baiano, in particolare i militari del dipendente Nucleo Operativo Radiomobile, coadiuvati da quelli della Stazione di Monteforte Irpino, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Avellino su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di cinque persone, originari tra le province di Avellino, Napoli e Latina, tutti presunti responsabili di associazione finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, unitamente ad altri 7 soggetti tuttora indagati. L’attività d’indagine, scaturita nell’ambito di una più ampia strategia di contrasto intrapresa dal Comando Provinciale Carabinieri di Avellino, è stata avviata nel mese di Ottobre 2015, a seguito di un controllo effettuato da parte dei Carabinieri del Comando Stazione di Monteforte Irpino, all’interno di un locale ubicato nel medesimo comune, nel corso del quale è emersa la presenza, del tutto anomala, di diverse camere da letto, oltre ad una normale pista da ballo ed un pianobar. Tra le varie stanze esistenti, ve ne era una arredata stile sadomaso (con la presenza di funi, manette e di una parete costituita da sbarre di ferro), dalla fase di indagine, ed inoltre, all’ingresso del club, sul bancone alla reception, i militari notavano un grosso scatolo di preservativi. Nel prosieguo delle indagini si procedeva a raccogliere diverse testimonianze da parte dei numerosi avventori del club, frequentato soprattutto nel fine settimana. Tali dichiarazioni, dalle quali si evincerebbe in maniera limpida lo svolgimento di attività sessuale, sarebbero corroborate da numerosi riscontri ottenuti grazie all’ausilio di attività tecnica di intercettazione, dalla quale si riuscivano a ricavare ulteriori elementi che permetterebbero di delineare in maniera più chiara la presunta costituzione di un sodalizio criminale che sarebbe stato finalizzato allo sfruttamento della prostituzione nonché ad indagare sulle eventuali responsabilità dei singoli soggetti. Nello specifico al vertice dell’organizzazione vi sarebbe stato un pregiudicato originario del comune di Formia (LT), il quale si sarebbe avvalso in maniera diretta degli altri quattro soggetti destinatari della misura, originari di Montemiletto, Monteforte Irpino, Atripalda, Sant’Anastasia (NA), nonché degli altri 7 indagati, che avrebbero costituito e promosso un’organizzazione criminale, finalizzata a favorire e sfruttare l’attività di prostituzione all’interno del locale; quanto emergerebbe in fase di indagine. Ognuno avrebbe avuto un ruolo ben preciso come: procacciare ragazze e clienti, pulizia e rassetto delle stanze da letto, gestione del bar e della sala da ballo. Il tutto sarebbe avvenuto sotto il coordinamento del presunto capo, il quale però avrebbe preteso che i pagamenti sia agli altri che alle ragazze (in in dagine) avvenissero esclusivamente alla sua presenza, di cui egli ne avrebbe stabilito gli importi in relazione ai ricavi della serata. Molte ragazze che si sarebbero prostituite nel locale, tra le quali vi era anche un transessuale, sarebbero state pagate in maniera esigua e spesso, su decisione del presunto capo, non avrebbero ricevuto alcun compenso, nonostante le presunte prestazioni sessuali rese. Il tutto sarebbe stato finalizzato ad ottenere un maggiore guadagno, sfruttando il più possibile le ragazze, approfittando della loro necessità di denaro; quanto emergerebbe in fase di indagine. Un aspetto particolare del contesto in questione sarebbe costituito dal fatto che due soggetti avrebbero fatto prostituire le proprie mogli all’interno del locale  e le stesse, a loro volta, si sarebbero pubblicizzate mediante social network (presentandosi con nomi d’arte), chat private o cedendo il proprio numero di telefono, al fine di attirare più clienti possibili presso il locale, ove, viene presunto in indagine, intrattenerli e consumare con essi rapporti sessuali. Al termine delle operazioni il presunto promotore del presunto sodalizio, veniva ristretto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in Formia mentre gli altri quattro soggetti venivano sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (nello specifico il doversi presentare quotidianamente presso i Comandi Stazione Carabinieri competenti per i rispettivi comuni di residenza). Terminati gli accertamenti del caso, il locale veniva chiuso e posto sotto sequestro. L’Arma della Provincia di Avellino, nel contrasto allo sfruttamento della prostituzione, in generale, è molto operativa, attività volta inoltre a contribuire alla lotta contro una piaga della società che coinvolge persone trattate alla stregua di strumenti da cui trarre arricchimento da parte dei loro “padroni”.



Comunicato - Monteforte Irpino - 08 OTTOBRE 2016 - Ore 12:55






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