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POLITICA  -  PARTITO DEMOCRATICO
SI contro l'opposizione interna pretestuosa, benaltristi, Brunetta; D'Andrea PD
11 OTTOBRE 2016 - Ore 18:13

"Dopo la Direzione nazionale del Partito Democratico, tenuta a Roma nella giornata del 10 Ottobre, appare chiara la posizione strumentale assunta da alcuni dirigenti nazionali, finalizzata all’obiettivo di generare la implosione del partito e la caduta del Governo. Subordinare il “sì” referendario ad una revisione della riforma elettorale che si attui prima del 4 Dicembre, come fanno, sa semplicemente di pretesto per il perseguimento di loro disegni che nulla hanno in comune con l’interesse collettivo". E' quanto sostiene Aldo D'Andrea espressione del PD e Presidente di Fndazione Sudd. "Non può sfuggire a questi dirigenti, infatti, che laddove, malauguratamente per il Paese, dovesse prevalere il “no”, cadrebbe anche l’eventuale “revisione dell’Italicum”, così come da loro stessi auspicato, per il semplice fatto che, bocciata questa proposta di riforma, resterebbe immutato il bicameralismo perfetto, così come, tra l’altro, resterebbe anche il titolo V attualmente vigente. In merito a quest’ultimo punto, ricordando che esso fu riscritto per rabbonire i leghismi dilaganti dell’epoca, dovrebbe farsi auspicio sentito delle genti meridionali la vittoria del “sì” al referendum, al fine di annullare quegli effetti dannosi che dallo stesso derivano, causati dalla istituzione di un federalismo tutt’altro che solidale. Esempio valga per la Sanità, che vede decentrare alle Regioni le competenze e, di fatto, crea 19 sistemi più o meno diversi. Il Meridione è rimasto fortemente penalizzato da questi criteri organizzativi, sia per la scarsezza di investimenti ricevuti sia per i rimborsi insufficienti, basati sulla età anagrafica della popolazione e non sul suo disagio socio-economico. Disagi presenti dai tempi della unità, o per meglio dire, della colonizzazione, di questa parte di Italia. Pare, poi, che l’antico vezzo del “benaltrismo” non smetta mai di perseguitare il nostro Paese. A chi si impegna nel proporre modifiche al passo con i tempi, a chi si sforza di riformare tenendo conto delle dinamiche della Storia, si oppone oggi chi di questo ne ha solo inconcludentemente parlato per 40 anni, frapponendo ostacoli, inventandosi priorità, suggerendo miglioramenti; l'analisi politica di D'Andrea che continua: Sono i “benaltristi” di professione, quelli che, alla riduzione delle spese ti rispondono che “si poteva fare di più”, o quelli che al calo della disoccupazione, “si poteva fare di più”, o quelli che alla manovra di bilancio, “si poteva fare di più”. Salvo, poi, a ricordare che essi non hanno mai tentato di ridurre le spese, mai visto in oltre 10 anni la riduzione della disoccupazione, addirittura, viceversa, impegnato il futuro del Paese in norme di salvaguardia (aumento dell’IVA etc) che il Governo oggi sta tentando, con difficoltà, di vanificare. Il noto onorevole Brunetta, tra costoro, che tanto lo si sente "sbraitare" per tutti i catodi è lo stesso che, con il suo famigerato Governo, dopo aver scritto all’Europa quella famosa “letterina”, simile a quella di Totò, Peppino e ‘a Malafemmina, introdusse il “fiscal compact” in Costituzione, addirittura un anno prima del dovuto. Erano i tempi  gaudiosi “olgettinici” della Italia “spread”, quella dei “frizzi apicellanei”, dei “rutti” e “canotte” bossiani.  Questo anche per dire che la nostra Costituzione è stata riscritta già nel 2001, con la raffazzonata riforma del titolo V, e durante l’allegro governo Berlusconi, cui non fece indecenza l’introduzione del “fiscal compact”. D'Andrea chiude la sua analisi politica: Bene sottolinearlo e ricordarsene. Votare sì al referendum del 4 Dicembre è, perciò, importante per l’Italia e particolarmente per il suo Meridione.  Il mio voto, in coscienza, è “sì”, al di là che Renzi possa risultare più o meno simpatico".



Comunicato - Avellino - 11 OTTOBRE 2016 - Ore 18:13






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