Avellino.  "Non mi piace l'abito e ancora di meno la sartoria"; le parole di Massimo D'Alema tra i "padri fondatori" del PD (ex PCI, PDS, DS) e primo post comunista a rivestire la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri che questa sera è "passato" presso l'ex Cercere Borbonico (plate delle grandi occiasioni) per sostenere il NO al Referendum Riforme del prossimo 4 Dicembre. D'Alema ha attaccato un riforma che di fatto è un "presidenzialismo mascherato", dove in Parlamento, se passase il SI abbinato alla Legge elettorale, "Italicum", il Primo Ministro (chiunque a rivestire tale carica) avrebbe una maggioranza sproposita per una "forma di Governo" che resterebbe comunque di tipo "parlamentare". D'Alema respinge le critiche di chi attacca il "fronte del NO" definendolo "eterogeneo" ("certo, dice "baffino", i nostri No si confonderanno con quelli di Ciriaco De Mita ma va bene lo stesso, l'importante è vincere una battaglia di democrazia) ribattendo che dall'altra parte ci sono Matteo Renzi con Pierferdinando Casini (anche al Governo) una "coppia inimmaginabile" visto che il Segretario del PD aveva ribadito un secco no ad alleanze politiche con il "centrista" (oggi presidente della Commissione Esteri del Senato) oltre ad Angelino Alfano (Ministro dell'Interno) NCD, ALA di Dennis Verdini, ex Forza Italia, tanto per dirne un pò. D'Alema si oppone all'ipotesi del Partito della Nazione e una vittoria dei SI potrebbe "cementare" questo progetto. L'ex Primo Ministro, Presidente della Fondazione di cultura politica "Italianieuropei" ribadisce con forza che chi consegna o rischia di consegnare il Pase al Movimento 5 Stelle è proprio Renzi con la sua politica (con idee come quella del Ponte sullo Stretto per la quale dovrebbe pagare i diritti d'autore a Silvio Belusconi, sottoline D'Alema con l'ironia e la sagacia che lo contraddistinguono), del resto lo ha già fatto a Roma, di fatto rimuovendo con i suoi, Ignazio Marino da Sindaco con le successive elezioni perse a favore di Virginia Raggi, pentastellata e in moltissime altre città, tra le quali Torino. Milioni di voti persi e migliaia di iscritti che il PD non ha pià, questo è il bilancio perdende di un partito in balia delle onde. Massimo D'Alema incita con vigore a votare NO al referendum anche pr iniziare a costruire, ricostruire un "rapporto sentimentare" tra partito ed elettori. D'Alema, prima di mettersi in auto, nel salutare i compagni, gli amici come Alberta De Simone (in sala anche, tra gli altri, Domenico Sarno, presidente ACLI) ha ribadito l'invito ad essere compatti e lavorare sul territorio, come si sta facendo.

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