"Tutti ci chiedono se siamo preoccupati per il voto al Sud - dichiara Assunta Tartaglione, parlamentare PD e Segretario regionale della Campania dei "dem" - sappiamo bene che si tratta di una sfida impegnativa, ma non ci spaventa, anzi ci stimola a dare il massimo. È una sfida tra la paura e il coraggio e il Partito democratico ha scelto da che parte stare, per dare al Mezzogiorno e all’Italia un futuro migliore" (...)". La Tartaglione è la prima a dare una "sveglia" allo stesso partito e ai comitati per il SI al voto del Referendum sulle riforme costituzionali del prossimo 4 Dicembre. Matteo Renzi, Segretario nazionale del PD e Capo del Governo "autore" della modifica alla Legge fondamentale dello Stato, "intestata" al Ministro Maria Elena Boschi, crea entusiasmo ma le difficoltà sono molte, soprattuto al Sud ed è risaputo storicamente che il Mezzogiorno è "riluttante" al "nuovo" e lo dimostra il Referendum Istituzionale del 2 Giugno 1946 attraverso il quale bisognava scegliere tra il confermare la Monarchia e il passaggio alla Repubblica. La vittoria dei "repubblichini" fece segnare il 54, 3% mentre i "monarchici" si fermarono al 45,7%. Il passaggio all'attuale forma istituzionale fu dovuta "grazie" al voto degli elettori (anche le donne per la prima volta) del Nord mentre al Sud 1/3, in sostanza era per mantenere lo "status quo". Il "virgolettato" della Tartaglione è una sorta, anche sotto traccia, di invito a frenare gli entuasiami (come quelli legati alle "visite" di Renzi) è a tenere la "testa bassa", lavorare sul territorio in quanto la "vittoria" si gioca al Sud. Le percentuali attuali sembrano dare il NO "prepotente e preponderante" e questo deve far capire che il "recupero" anche parziale può portare alla vittoria perchè la "forbice" è "recuperabile, appunto mantenendo i piedi per terra. Quanto all'Irpinia le esaltazioni e le depressioni sono all'ordine del giorno, quindi l'invito della Tartaglione deve essere bene tenuto presente dagli "irpinesi" come disse Alcide De Gasperi.

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