Matteo Renzi "batte" Ciriaco De Mita nel confronto TV a "Si o No", lo speciale sul Referendum costituzionale condotto da Enrico Mentana su La 7. In realtà si è parlato poco della Riforma sottoposta al voto degli elettori il prossimo 4 Dicembre ma in quel "poco", va detto che il toscano ha nettamente battuto il Sindaco di Nusco, ex Segretario della DC, ex Presidente del Consiglio, in politica dal 1963. De Mita ha, di fatto obiettato, "solo": la "estetica" riferita alla composizione del nuovo Senato eventualmente passasse ovvero dice che lo avrebbe preferito composto da "notabili" del Paese piuttosto che da "terze scelte" eletti in Regione, ossia verrebbe mandato in quella camera senatoriale chi non fa l'Assessore oltre che "ruoli presidenziali" e l'altra obiezione è che è stata, la riforma, approvata in maniera frettolosa, senza razionalità, scritta male. Renzi ha ribattuto sostenendo che non è vero in quanto è stata discussa per due anni e quattro giorni (presentata l'8 Aprile 2014 e approvata il 12 dello stesso mese di due anni dopo) ha "attraversato" 85 milioni di emendamenti e sei "passaggi" tra Camera e Senato, senza "voto di fiducia", una di quelle legende metropolitane create attorno a questa RIforma, ed era stata votata all'inizio anche da Forza Italia poi "ritiratasi" dopo l'elezione di Sergio Mattarella a Capo delllo Stato. Una Riforma che consentirebbe al nostro Paese di adeguarsi alle altre democrazie dove, questo sistema non esiste. Una RIforma sostenuta anche da un conterraneo di De Mita, il Giurista atripladese, Sabino Cassese. Il Premier ha attaccato De Mita in quanto la sua generazione di politici attraverso tre bicamerali (Commissione parlamentare per le riforme costituzionali), quella "Bozzi", 1983-1985; "Iotti-De Mita" 1993-'94 e quella presieduta da Massimo D'Alema nel 1997 ha tentato di fare le riforme senza riuscirci e "tutto sommato" alla fine veniva prevista l'abolizione del Bicameralismo Perfetto; Renzi dice, in sostanza un "equivalente" del "siamo riuscivi dove voi avete fallito". Il tema è scivolato molto sulla Legge elettorale che il Segretario del PD pur essendo convinto della "bontà" di essa si dice disposto a modifiche, vero è che c'è un "comitato" al lavoro per questo. A metà del confronto scoppia la "polemica" sull'abbandono del PD, nel 2008, da parte di De Mita, a qualche mese dalla "nascita", nel 2007, che vedeva Walter Veltroni segretario e tra i protagonisti di quella "fusione a freddo" tra ex comunisti ed ex democritiani (detto semplificando); ebbene Renzi, in sostanza ha "accusato" l'attuale UDC di essersene andato perchè Veltroni gli aveva totto il "seggio", quindi che la sua politica non è politica di "pensiero" rispondendo al'irpino sostenitore che se per mestiere deve essere breve (il fare politica) mentre se di pensiero può esserlo a vita. De Mita a quella "accusa" ha reagito con tono fermo dicendo che quella di Renzi è stata "una volgarità detta da chi in politica le ha inventate tutte. Tu non hai il diritto di parlare di moralità della politica" con l'aggiunta che lui, De Mita, non è del PD dove parla solo Renzi il quale non sarebbe capace di dirigere il Parlamento. Renzi di nuovo controbatte affermando che De Mita quando non ha fatto il parlamentare ha fatto l'europarlamentare e oggi il Sindaco. Egli ha rispetto per questo ma non è la sua visione "antropologica" e che all'età di De Mita vorrebbe essere fuori dalla politica perchè per lui c'è qualcosa di molto più bello nella vita. Il dibattito sulle Riforma costituzionale è stato "minimo" rispetto all'ora di trasmissione: molto incentrato sulla storia, sul passato, si è toccata anche la riforma agraria del 1950 e qui nasce un altro punto a favore di Matteo Renzi, quello di aver dimostrato preparazione e puntualità su tutto, di non essere un "novellino" seppur di giovane età.

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