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POLITICA  -  PARTITO DEMOCRATICO
USA; Trump presidente, guardato con sospetto, insegna, però, qualcosa a Renzi
09 NOVEMBRE 2016 - Ore 21:53

Le elezioni americane hanno visto Donald Trump conquistare la Casa Bianca e diventare il 45° Presidente degli Stati Uniti d'America. Contro tutti (guardato con "sospetto" dai mercati più che da certe democrazie, la Brexit insegna che qualche "stravolgimento" puà fare anche bene) ha conquistato la fiducia degli americani. In campagna elettorale è stato "accusato" di tutto, dall'essere un razzista, uno xenofobo, un "maschilista" e quanto altro ancora ma il popolo americano sofferente però libero lo ha incoronato credendo in un'America migliore con lui: Il populismo, avrà anche fatto da "sottofondo" ma non è stato questo a consegnarli la vittoria, non è stata la "promessa" di un muro al confine col Messico (oggi 9 Novembre l'anniversario della caduta del muro di Berlino, 1989) per impedire una immigrazione incontrollata ed esasperata. Tante cose dette non verranno realizzate e non si potranno realizzare e i toni usati da Presidente, subito dopo la certezza dell'elezione già vanno in questo senso; (Leggi qui: USA no global senza capezza; Trump Presidente "Legnata" al Potere/Clinton). Certamente gli USA avranno un altro progetto, diverso, marcato, che "spezzerà" col passato e Trump potrebbe, con Camera e Senato a favore, fare tutto. L'Europa dovrà camminare da sola, almeno sembrerebbe; L'asse con il Presidente russo Vladimir Putin e la vicinanza, almeno sulla carta, ad Israele porterà ad una nuova "geopolitica" in un Medioriente devastato da conflitti (Isis e altri focolai); Tanto cambierà, almeno sembra questa la "prospettiva" politica anche se, in realtà, Trump appare come un uomo, un Presidente più "Interessato" alla sua America che non ai fatti del Mondo. In tutto questo, Il Presidente degli Stati Uniti d'America "insegna" qualcosa all'Italia, al Presidente del Consiglio e Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. Possiamo dirlo? Osteggiato da tutti, il tycoon ha, da "repubblicano" partecipato", alle primarie (istituzionalizzate, non come quelle italiane, dove non si capisce quale regole, se ve ne sono, "dominino") per la scelta del candidato Presidente, andando a prendersi i voti in concorrenza con altri candidati, avversari fuori e dentro il suo partito giungendo alla "nomination" e anche ancora, qualcuno, voleva cambiarlo in corsa ma alla fine le regole sono state rispettate. In Italia, invece, si è dovuto stravolgere un regolamento del PD per l'elezione del Segretario, dietro continui "reclami", aprendo il voto anche ai sedicenni e ai non iscritti (dietro semplice "dichiarazione di adesione") e così, chi probabilmente avrebbe perso, visto la "cartina" interna al PD, come alle primarie per la scelta del candidato premier nel 2012 ha finito col conquistare la segreteria del partito perdendo, però un gran numero di iscritti; (Domanda: Quanti di quelli che hanno firmato la "dichiarazione di adesione" si sono poi tesserati al PD?). Renzi aveva detto che avrebbe "fatto" il Premier solo "passando" prima per il voto popolare; non è stato così. La Costituzione lo permette, nulla da dire ma a questo punto, nella Riforma sottoposta a Referdendum del 4 Dicembre sarebbe stato meglio apportare modifiche evitassero tali "manovre". Diciamo questo perchè, ci sono tanti renziani di oggi che non lo hanno votato e non lo voteranno al prossimo Congresso; tanti, sembrerebbe, abbiano già fatto scelte che portano lontano dallo stesso Premier-Segretario; Renzi e lo stesso PD una certa autocritica dovrebbero farla per capire quale partito si vuole e in quale direzione andare; Solo così si avrà un Congresso vero.



Redazione - Summonte - 09 NOVEMBRE 2016 - Ore 21:53






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