Avellino. "E’ giusto battersi per la vittoria del No e non nascondo la difficoltà in quanto sono un dirigente, un militante, un appartenente a un partito che rappresenta l’unica “speranza” per il nostro Paese". Le parole di Roberto Speranza ex capogruppo PD alla Camera dei Deputati (il gruppo più grande in assoluto, anche di quello ai tempi della DC) espresse ad Avellino per sostenere il No al Referendum costituzionale del prossimo 4 Dicembre. Incontro al quale hanno preso parte Francesco Todisco, fra gli altri, Marco Sarracino, Gianluca Daniele e Andrea De Simone, Massimo Paolucci (vice capodelegazione del Pd in Parlamento Europeo). Speranza ricorda la sua coerenza nel "comportamento" parlamentare e politico: "Sono stato coerente sulla Legge elettorale, un anno e mezzo fa, sembrava avessimo una legge perfetta da esportare in tutto il Mondo. Ero il capogruppo di un gruppo parlamentare, più grande della Dc"; Speranza chiesa al Capo del Governo e Segretario del PD, Matteo Renzi di: Non forzare, pagherai un prezzo enorme. Se lo farai, lo farai con un altro capogruppo". Speranza sostenitore del NO motiva questa scelta: "Legge costituzionale e Riforma sono legate profondamente. Questa Riforma decide nella sostanza che una sola Camera fa le leggi e una vota la fiducia al Governo. Non è antidemocratico però dico: se tutto il potere lo concentri in una Camera diventa decisivo il come la eleggi ecco perchè a quella Legge ho premuto tasto "no". Il nostro Governo, guidato dal PD ha posto la fiducia sulla legge elettorale così come avvenuto due volte nella storia: La Legge Acerbo (votata nel 1923 e voluta da Benito Mussolini per fare in modo che il Partito Fascista arrivasse ad avere una maggioranza "invincibile") e "legge truffa" (votata nel 1953 che andò a modificare la Legge del 1946. La "truffa" non portò comunque effetti e fu abrogata l'anno successivo). Due ragioni per il nostro NO. Con questa Legge elettorale, l'Italicum avremo ancora un Parlamento fatto di nominati. E' inaccettabile, fa male alla nostra Democrazia. Con questa Legge può avvenire che un partito che prende alle elezioni una percentuale molto bassa, possa ritrovarsi con una maggioranza assoluta in Parlamento. Quando fai questi passi non devi guardare all’oggi ma ai prossimi decenni". Speranza rimprovera la miopia politica di Renzi che ha "guardato" al PD del 40 alle europee ma questo PD non c'è più. "Legge elettorale e riforma costituzionale, se dovesse passare, andrebbero a cambiare, di fatto, la forma di Governo sostanziale nel nostro Paese, andiamo verso una formula inedita, andiamo verso il Governo del capo dove uno solo ha sostanzialmente in mano tutto". Speranza si sofferma su un altro aspetto: "L’altro grande tema è il rapporto Stato e Regioni. Il Federalismo sembrava una parola magica. Tutto quello che veniva fatto sui territori era "oro colato" mentre a Roma erano "schifezze"; l'analisi politica. Ora è il contrario., i territori non conteranno nulla e a Roma si deciderà tutto. Questo è come la Riforma “buona scola” dove “comanda” solo uno il Dirigente, il Preside". Speranza respinge l'attacco portato da chi nel PD "grida fuori, fuori" come alla Leopolda, la scorsa settimana: "Quando c’è un Referendum non contano le bandiere di partito. E’ legittimo che ci siano differenze di vedute. La CGIL vota No, l’ARCI vota NO, l’ANPI vota NO". L'ex capogrupp PD lancia un allarme e un appello: "Attenzione, se il PD si trasforma in un mega comitato per il SI rischiamo di perdere la nostra gente. C’è tanto PD fuori dal PD. Cambiamo insieme questo partito. Penso che ci sono tantissime energie per cambiarlo". Speranza invita a guardare sul territorio le dinamiche politiche e a non sottovalutarle: "C’è il centrodestra che nonostante le sue divisioni, esiste. Infatti alle Amministrative di Giugno, sul territorio i risultati li ha ottenuti perchè il centrodestra sa ricompattarsi al momento del voto. Quanto al Movimento 5 Stelle hanno dimostrato di essere costanti, non sono una meteora. Non basteranno eventuali errori del Sindaco Virginia Raggi a Roma per ridimensionarli. Per battere i "5 stelle" dobbiamo prosciugare la "rabbia sociale". Dobbiamo ricoltivare il campo democratico, se necessario ricostruirlo. Vorrei un PD con Pisapia, l’ex Sindaco di Milano, tra altri. Speranza chiude invitando il popolo PD: “Il nostro No è anche per non abbandonate il nostro popolo che è fuori da questo PD. A chi mi chiede: Vale ancora la peana?” Rispondo:  “E’ una grande partita, sono convinto che tutti assieme possiamo questa grande partita democratica”.

La Riproduzione del materiale pubblicato su Cinque Righe è vietata
Note Legali