“Mancano le sette vergini promesse ad ogni elettore, sia del SI che del NO, quando passerà a miglior vita e la “commedia” sarà servita”. La campagna elettorale che porta al Referendum sulle Riforme costituzionali del 4 Dicembre assume toni che rischiano di “scadere” nel “pleonastico” per non dire nel “ridicolo”. La Riforma va spiegata nel merito e non “proiettando” una sorta di D-Day della Democrazia, nell’uno e nell’altro verso. Se dovesse vincere il NO non si tornerà indietro nel tempo, si rimarrà soltanto a quanto è oggi, perché cari sostenitori del SI, qualora vi fosse sfuggito la Riforma non è in vigore, il SI che “chiedete” è per andare ad attuarla. A voi, invece, cari sostenitori del NO, se dovesse vincere il SI nessuno sarà “deportato”, nessuna dittatura si impadronirà del Paese perché l’ampia maggioranza a "diposizione" del Governo determinerebbe “soltanto” un livello maggiore di governabilità come nella grande maggioranza dei Paesi democratici ma questa governabilità verrebbe "regalata, regolata" dalla Legge elettorale, quindi il NO se riferito al “combinato” - Italicum allo stato attuale, quello approvato e Riforme - è una espressione pretestuosa contro un Governo, o meglio contro un Presidente del Consiglio e Capo del Governo, Matteo Renzi, che vi sta sulle "scatole", sembrebbe, perché si è “preso la ditta” (su questo ci arriviamo a conclusione del “pezzo”); Tutto "solo" un ragionare in termini esclusivamente politici. Oltre qualche “piccola spiegazione” della Riforma, nel merito, in realtà non siete entrati, nessuno lo ha fatto anche perché in realtà diverse modifiche sono “l’inutile dell’inutile”, ovvero che restino o cambino, gli effetti rimarranno invariati (zero). Quello che non spiegate e nessuno lo farà perché non lo sapete neanche voi, SI e NO, quali sono le “riforme dirette o indirette” che andranno a subire gli organismi di controllo a quanto andrà a produrre il Governo, passata eventualmente la Riforma. In quei “meandri” è quanto da spiegare, perché se lì ci sono “modifiche” queste sono, potrebbe ritenersi, inconsapevoli. In tanti di voi non conoscono gli “anelli” della “catena” per questo, “manco” potete sapere come in realtà sia stata “forgiata”, se sia forte, debole, brutta. E’ stato detto da tanti “autori o coautori” che la Legge non è la migliore possibile; c’era il tempo per farla meglio, questo è sicuro. La Riforma nel suo “apparire”, in realtà è poca cosa seppur nei tanti articoli modificati tanto che il SI o NO nulla cambierebbe e molti voteranno in base “a cosa gli dirà la testa in quel momento o dove l’inerzia farà scivolare la mano per tracciare la “x” sul SI o sul NO”. La verità di questa campagna elettorale, potrebbe sembrare, sia solo una “commedia” dove ci sono “attori” che si sono ritrovati sul quel “palco" e sono “chiamati, non diciamo costretti politicamente” a “recitare in un ruolo” che non gli si addice o non vorrebbero. Questo perché la Riforma è frutto di un “nuovismo” fine a se stesso “imposto da chi si è imposto” sulla scena “tradendo” il proprio “copione”, quello dell'uomo venuto dal "futuro" o da Marte, che stava “recitando” il “mai con quello, mai con quell’altro, mai al Governo se non per investitura popolare (il voto) e cosi ad andare”; insomma, una Riforma che dovrebbe portare verso il futuro, appunto ma  chi l’ha scritta “indossa” abiti di scena del Medioveo con in mano "carta, penna e calamaio". Con questo fare, indipendentemente dal merito della Riforma stessa ci si è attirati le “ostilità” di chi, prima, si era visto, “portare via la ditta”, il PD con una elezione del Segretario quasi politicamente imponendo il cambiare le regole in corsa. Tutto questo ha portato “le parti in commedia” ad agire per “soperchieria” (arroganza, presunzione politica dell'uno essere migliore delll'altro, nel giusto più dell'altro, con la Riforma in passata in secondo piano?) come dice Lucariello in “Natale in Casa Cupiello” del grande Eduardo De Filippo, con i cittadini ad ascoltare la stessa “litania” su una “cosa” che è la stessa di prima. Fateci “sentire i sentimenti”.

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