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POLITICA  -  PARTITO DEMOCRATICO
Referendum; Renzi ha in "mano o in pugno", ad oggi, i parlamentari ma non il PD
27 NOVEMBRE 2016 - Ore 20:02

Il Referendum del 4 Dicembre sulla Riforma Costituzionale approvata al Parlamento (a maggioranza) rappresenta uno “snodo” fondamentale, non tanto per il Paese, volendo “superare” quanto viene “propagandato“ dai sostenitori del Si o da quelli del NO ma per lo stesso Partito Democratico e il suo Segretario, Matteo Renzi, anche Capo del Governo. Le “visioni apocalittiche" sugli scenari che vengono prospettati in caso di vittoria dell’uno o l’altro schieramento, sembrano invitare a "ridere" e su quanto la “campagna” sia “politicamente “tarata” nell’addure le ragioni proprie, più di qualcuno avanza dei dubbi, proprio per la “fantasiosità” di alcune motivazioni “portate”. All’esito del Referendum, invece, sarà interessante vedere, analizzare quanto potrà accadere nel PD, un partito del quale Renzi sembrerebbe “avere in mano o in pugno”, politicamente, i parlamentari, gli onorevoli “in generale” (anche se non tutti) ma non il partito, la cosiddetta “base” anche perché il numero degli iscritti è “sceso in grande percentuale” e inoltre, non è palese, a tanti, quale sia la linea politica, la direzione in cui va e quali siano i “pesi” all’interno. Questo ragionamento, relativo alla "non assoluta compattezza dei piddini che votano SI, quindi alla "reale volontà", parte dal fatto che Renzi ha spesso richiamato il suo partito e potrebbe avere conferma nella “totale immersione” del Premier nella campagna elettorale, per la quale gira in lungo e in largo il Paese. Cosa potrebbe accadere al Governo e soprattutto dentro il PD in caso di vittoria dei SI o dei NO? Se dovesse trionfare il SI, a vincere sarebbe indiscutibilmente Matteo Renzi che si sta “spendendo” tantissimo, come detto ma vedrebbe il PD “invecchiare”, altro che Rottamazione” (quanto poi sia nuovo il PD molti hanno dei dubbi, non tanto sui nomi, ad esempio quelli “parlamentari”, in quanto, si nuovi, ma “fatti eleggere” da Pierluigi Bersani e su questo lo stesso Renzi diceva di avere poco più di una manciata di eletti “sotto la sua bandiera”; una ipotesi non lontana dalla realtà perché, come ad esempio in Campania, Renzi, alle elezioni regionali ha “subito” la candidatura di Vincenzo De Luca, vero è che in campagna elettorale di allora, la faccia ce l’ha messa solo una o due volte mentre da dopo la vittoria dell’ex Sindaco di Salerno il “rapporto” tra i due si è “saldato”; ovvio, per ragioni istituzionali ma anche e fortemente politiche. Questo Referendum “peserà” il PD e De Luca in Campania con gli “annessi” pochi “uomini forti”, perché in questa Regione i “voti” non li porteranno  chi siede attualmente in Parlamento ma alcuni onorevoli regionali provenienti da una lunga storia, o dovrebbero portarli, non si sa mai. Se dovesse vincere il SI, è “naturale” o lo potrebbe essere che Renzi abbia da “pagare dazio” e quindi questo potrebbe andare a riflettersi “sull’azionariato” del PD” in vista del Congresso che dovrebbe celebrarsi nei tempi, “brevi”, almeno sembra, successivi al Referendum. Questo tipo di ragionamento politico vale molto per il Mezzogiorno mentre per il Nord la condizione è diversa. Il SI alle Riforme è più eterogeno, dovuto anche alla maggiore “dimestichezza” che i settentrionali hanno col cambiamento, quindi non tanto alla “forza” del PD, in quanto attualmente, alcuni “uomini forti” del Nord sembrano propendere o hanno dichiarato il loro NO e uomini come, ad esempio il Governatore della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è stato eletto, un anno e mezzo fa,  più sull’onda del 41% alle europee e del “bonus” che non per la sua propria forza e quella del partito; un voto, con percentuale molto al di sotto della già bassissima “quota” dei votanti “solita” degli ultimi anni, un voto “eterogeno, trasversale”. C’è da aggiungere, che i Comitati “basta un SI”, che avrebbero dovuto, nelle intenzioni di Renzi, essere 10000 non sembrano arrivare neanche lontanamente a tale numero, ma più che nel numero è nell’impegno sul territorio, perché tanti sono “scomparsi”, tanti "aderenti" si sono defilati;  sembrano “scatole vuote” come quelle nei comizi del Segretario nei teatri, “nomi su scatole vuote e parzialmente svuotate”. Aggiungiamo a questo, che molti che dichiarano di votare SI, non hanno sostenuto Renzi al Congresso e hanno dichiarato di non sostenerlo al prossimo. Domanda: Come è possibile, l’unica cosa buona è la Riforma mentre la politica portata avanti è sbagliata tanto da dover “lottare” per cambiare Segretario? Queste contraddizioni non depongono a favore del Capo del Governo. Se dovesse, vincere il NO, per il PD si porospettere, uno "sciogliete le righe", si "scioglierebbero da sole" mentre per il "lato governativo" l’unica alternativa, sarebbe il voto anticipato anche se non si sa con quale “legge elettorale” procedere, certo non l’Italicum che “varrebbe” solo in caso di vittoria del SI, quindi per la nuova “architettura istituzionale”. 



Redazione - Summonte - 27 NOVEMBRE 2016 - Ore 20:02






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