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POLITICA  -  PARTITO DEMOCRATICO
Voto Provincia; Scientemente deciso Congresso bandisca gli "orditori" Cacace PD
30 NOVEMBRE 2016 - Ore 16:47

”Hai presente quando si partecipa ad una competizione accettando responsabilmente di esserci e decidendo in nome di un progetto che ha cercato di ampliare e condividere? Alla fine il risultato può sorprenderti, meravigliarti o lasciarti, al netto di tutto, già pronta. La mia reazione è stata la terza e sai perché? Certe dinamiche erano già scontate e certi equilibri erano già  raggiunti”; Raccogliamo lo sfogo, l’amarezza, la delusione ma anche la voglia di non arrendersi a “certi meccanismi stantii” della politica e del PD da parte di Chiara Cacace, esponente “democratica” in quel di Avella che si è battuta con onore nella tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio provinciale (voto “non di popolo"). “Prima di tutto voglio fare i complimenti agli “amici e compagni” eletti in Assise perché hanno, personalmente dimostrato sul campo il proprio valoree chi rieletto ha avuto la riprova del buon lavoro fatto nei due anni precedenti. Detto ciò non posso esimermi dal fare un’analisi politica con la quale cercherò di andare oltre il risultato lodevole ottenuto dai 5  “nostri” Consiglieri. Questo successo, purtroppo non credo sia  frutto del lavoro di squadra. Non penso abbia prevalso “la linea del partito” perché il PD non c’è. Al netto dei meriti personali degli eletti devo dire che è un risultato "scientemente deciso" da un parte del “gruppo” che ha, “sulla carta”, la responsabilità del Partito, oramai da un anno senza guida politica. Dico “sulla carta”, perché il “gruppo” dovrebbe rappresentare l’intero partito ma così non è, in più, con una parte che non si sa neanche se rappresenti se stessa. Non c’è una “strategia” minima e logica". La Cacace  si volta indietro e poi guarda al futuro: "Nonostante il vento del cambiamento dentro il quale qualcuno, anche a livello locale ha “soffiato e soffia” quello che più rammarica e fa sorridere al tempo stesso è che a “spremersi” siano i “vecchi” per non cambiare nulla e rimanere al timone, solo che ancora non hanno capito che non “controllano” un "veliero" ma una "zattera" che rischia la deriva e su questo “rischio” vorrei invitare le amiche e gli amici a una riflessione politica seria intrisa di un bisogno grande di maggiore partecipazione e condivisione nelle scelte che non possano essere imposte ma devono essere il frutto di un ragionamento politico nell`interesse dei cittadini e dei territori. Dopo il voto del Referendum, le cose e le dinamiche chiaramente cambieranno. Arriverà il tempo del Congresso Il tempo delle riflessioni e delle decisioni politiche che vedranno al centro i ruoli dirigenziali del nostro partito che dovrà guardare avanti con un dinamismo diverso e soprattutto con il rispetto del  paradigma di democrazia che spesso,  troppo spesso ha lasciato spazi e terreno fertile a personalismi e lobbies non più accettabili". Dura riflessione politca della giovane Cacace che invita il Partito ad "avere un "sussulto", a svegliarsi, a smettere di "delegare ed affidarsi" ai "vecchi" ma crescere, tutti, inieme e che i "vecchi" assumano il ruolo di "padri nobili" semmai lo siano stati e non più ""strani stratghi" o "orditori", L'Irpinia ha la fortuna di avere un grande potenziale per le politiche di sviluppo,  lavoro e crescita e al tempo stesso ha un grande potenziale di classi dirigenti e amministratori seri capaci e ben radicati e consapevoli delle necessità della nostra provincia. Allora con un pò di coraggio e soprattutto attraverso ragionamenti politici condivisi diamo una mano ed una possibilità  alla nostra terra”. “Oramai la campagna referendaria è agli sgoccioli, Domenica 4 si vota per il Referendum sulle Riforme costituzionali e subito dopo inizierà la “lotta” per il Congresso, provinciale e nazionale (perché è stato “promesso” non si arriverà a “scadenza” nel 2018). In realtà credo, rimarca in chiusura Chiara Cacace, che questi lunghi mesi siano stati le “prove generali” del Congresso, un “guerra mascherata” dall’obiettivo Referendum. Bisogna smetterla di “farsi la guerra” per unire il partito attorno a un programma e per fare questo ci vogliono animi sereni che al momento non ci sono. E’ tempo di stare sereni”.

 

 

 



Redazione - Summonte - 30 NOVEMBRE 2016 - Ore 16:47






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