Siamo agli sgoccioli della campagna elettorale referendaria e tra le tante "bufale" che "girano", una è quella sulla equiparazione a livello nazionale del compenso dei Connsiglieri regionali; una riduzione che porterebbe al massimo a quanto percepito dal Sindaco della Città metropolitana di riferimento. Che questo punto, della Riforma (vogliamo anche concederlo) ci sia o meno e come sia stato in realtà scritto è di una "inutilità" assoluta, abnorme; questo perchè lo "stipendio" dei Consiglieri regionali è "deciso" dalle stesse Regioni sulla base di una "propria" Legge, quindi volendo abbassare il "tetto" di tale compenso basterebbe semplicemente la volontà politica per poter realizzare questa "riduzione". Quindi, non è o non lo è in assoluto, necessario, che si "tiri in ballo" la Costituzione, lo si inserisca o meno, o si faccia, o si sia fatta "campagna" su questo punto, perchè sembrerebbe volere fare demagogia assoluta, anche perchè poi bisognerebbe stabilire il "tetto" del compenso al Sindaco della Città metropolitana, altrimenti, in Costituzione o meno, aumenterebbe lo stesso o, meno probabile, diminuirebbe, il compenso dei COnsiglieri regionali, perchè dipenderebbe dal compenso del Sindaco "metropolitano" che non è in Costituzione in quanto, in eventualità la Riforma porterebbe, il "riferimento salariale" al Sindaco della Città metropolitana ma non definisce o definirebbe, la "cifra", il "tetto", il "quantum", le modalità di aumento, diminuzione, rimodulazione; nella "migliore" delle "ipotesi" tutto sarebbe "appellabile", ci sarebbe spazio infinito per ricorsi. Come ci è stato detto "regionalmente parlando", per fare questa riduzione del compenso dei Consiglieri regionali basta una Legge regionale (basta un Si tra gli "onorevoli" nelle singole Regioni), come fatto ieri dallla Giunta guidata da Vincenzo De Luca che "pone" la possibilità (senza non era e non sarebbe possibile) per Assessori e Consiglieri regionali, di rinunciare al proprio compenso con destinazione dei risparmi agli interventi per i diritti sociali, le politiche sociali e la famiglia. Per gli stessi, viene prevista inoltre la riduzione dei compensi, fino ad un massimo di due terzi del totale, per le assenze non giustificate dalle sedute del Consiglio, della Giunta e delle Commissioni Consiliari (attenzione: questa indicazione della Giunta necessita dell'approvazione da parte del Consiglio regionale). Quindi si tratta "solo" di volontà politica, quella di approvare quanto "ipotizzato" dalla Giunta De Luca così come si tratterebbe "solo" di volontà politica l'abbassarsi il compenso senza "smuovere" la Costituzione, altimenti in essa bisognerebbe introdurre "un milione e uno" di "punti riformati".

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