Altro che "ventennio", Matteo Renzi è stato "bocciato" dagli elettori al "biennio" e poco più di una mandato governativo affidatogli da Giorgio Napolitano, ex Capo dello Stato nel 2014. Insomma, l'ex premier, in quanto ha dichiarato di dimettersi al seguito della sonora sconfitta al Referendum sulle Riforme tenuto ieri, almeno di clamorose sorprese, che non dovrebbero comunque essere a breve, dovrà prima prendersi il "diploma serale" e poi provare sedere tra i banchi di Montecitorio o Palazzo Madama, perchè la sua Riforma costituzionale che prevedeva uno "pseudo taglio" del Senato è ancora lì e potrà provarci ad entrare, così come alla Camera, dalla "porta principale" ovvero dalle elezioni, se non si ritirerà proprio dalle scene politiche visto che lo aveva detto, sembra. Renzi nella sua corsa alle Primarie per la scelta dell'indicazione a premier nel 2013 e alla corsa per la Segretria nazionale PD, aveva "illuso" tutti con quella sua voglia di cambiare la politica "#cambiaverso", la "digitalizzazione, la trasparenza della politica", nuovi progetti, nuovo modo di fare politica abbandonando "caminetti e teatrini", tra tante cose promesse ed invece da "mai con Casini a mai a Palazzo Chigi senza il voto degli elettori" si è seduto lì 1000 giorni tra Casini, Verdini, Alfano "aiutato" da Giorgio Napolitano (chissà cosa penserà dell'imbarcata di Renzi e delle Riforme tanto "spinte" dall'ex Capo dello Stato eletto per due volte ma la seconda solo per poco e per "urgenza"). Tanti temevano, paventavano il "ventennio fascita", addirituta, la politica alle volte supera la fantasia più "cupa", altri il "ventennio" belusconiano ed invece, ci ha pensato lo stesso Renzi facendosi "bocciare" prima con una politica contraddittoria, senza filo conduttore, fatta di slide, annunci, insomma tanto fumo e poco arrosto, poi con "scommese, provocazioni, personalizzazioni", "mi ritiro, si, mi ritiro no" perchè questa è la verità e chi non lo vede è "solo" di parte, non diciamo "fazioso".

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