Il Consiglio dei ministri si è riunito ieri, Lunedì 05 dicembre 2016, alle ore 18.48 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti. Il Presidente del Consiglio, in apertura della seduta del CdM, ha informato i Ministri della sua intenzione di salire al Quirinale ad annunciare le dimissioni, dopo il voto negativo che il referendum costituzionale ha fatto registrare Domenica. Quindi, ha ringraziato i titolari dei dicasteri per la collaborazione e lo spirito di squadra dimostrati in questi anni di Governo. Infine, ha lasciato Palazzo Chigi per recarsi dal Capo dello Stato. 

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella ha invitato Renzi a manntenere le funzioni, almeno sino all'approvazione della Manovra di Bilancio. Quindi, tecnicamente le dimissioni non sono state presentate. Questo può arire scenari imprevedibili rispetto a quelli della "reazione" a caldo della notte di Lunedì. Un tempo che servirà per ragionamenti "a freddo" e quindi valutare meglio le varie opzioni sul tavolo, almeno quelle più palesi. Sembrerebbe sfumare l'ipotesi di un Governo "lampo" da affidare Ministro dell'Economia e Finanza Pier Carlo Padoan in quanto, restando Renzi sino all'approvazione della Manovra di Bilancio questa eventualità è da scartare, almeno seguendo un minimo di logica politica. Un Governo tecnico (qualora ci siano le dimissioni dell'attuale, ricordiamolo bene) avrebbe il compito di preparare una Legge elettorale che del resto non si sa ancora bene quale possa essere; se "una ripescata dal passato" o in che misura possa essere adottato ed adattato l'Italicum, che era previsto per la sola Camera dei Deputati qualora fosse passata la Riforma ma che è sottoposto alla "visione" della Consulta, sembra a fine Gennaio 2017, quindi potrebbe subire modifiche per eventuali "pezzi" incostituzionali. Se le dimissioni verranno date, perchè, a questo punto è da vedere, ripetiamo, anche perchè, nella Direzione nazionale del PD di domani, è scontato il riconfermare la fiducia al Segretario-Premier. Bisognerà valutare se la "frangia" di opposizione sia interna al partito, in questi due/tre giorni cresciuta di qualche unità. Il voto anticipato rispetto al 2018 ha da stabilire una data che non è semplice in quanto il PD dovrebbe tenere un Congresso anticipato che lo stesso Renzi aveva annunciato. Scadenze, Governo e Segretria PD entrambe, nel 2018. Che la legislatura arrivi al termine non è del tutto una ipotesi fuori luogo, soprattutto se Renzi dopo la cocente sconfitta al Referendum sulle Riforme costituzionali voglia "preparare" la "rivincita" in quanto condidarsi nel breve a Premier, visto i risultati, non gli converrebbe perchè il Movimento 5 Stelle è forte e il centrodestra riesce, in un qualche modo a compattarsi al momento elettorale con il PD che di fatto correrebbe da solo in quanto l'attuale coalizione di Governo è di "emergenza" con NCD, ad esempio, che andrebbe altrove ma il PD neanche potrebbe proporre un'alleanza simile all'attuale, governativa. Qualche "coniglio dal cilindro" potrebbe uscire, visto che i tempi della soluzione di una "crisi che non c'è" si prolungheranno.

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