Le Riforme costituzionali non passano al "vaglio" del Referendum. Una sconfitta senza appello per Matteo Renzi, Capo del Governo e Segretario del Partito Democratico, che, oltre alle "giravolte" di circostanza, aveva investito tutto su questo voto che doveva rappresentare una sorta di plebiscito al suo operato nei 1000 giorni a Palazzo Chigi, vero è che lo stesso, ex Premier (ex, in quanto nella giornata di ieri ha rassegnato le dimissioni) non si aspettava che gli italiani lo "odiassero" tanto. In questa circostanza ci "preme" sottolineare un paradosso nel PD. In Campania, il risultato è stato tra i più deludenti con una percentuale di votanti, di affluenza alle urne del 58,08% rispetto al record nazionale riferito ai due precedenti Referendum sulla "stessa materia" del 65,47% (dati del Viminale). Quanto ai "risultati" del SI' e del NO, a livello nazionale sono così suddiviso: SI', 40,89%, NO al 59,11% mentre in Campania il SI' sostenuto da De Luca e Renzi ha ottenuto il 31,48% circa 10 punti in meno di quello nazionale con il NO al 68,52. Una sconfitta netta per il SI', quindi anche di Vincenzo De Luca oltre che del PD. Il "NO" in Campania fa registrare la percentuale più alta tra le regioni. Ebbene, il paradosso è questo: De Luca, un anno e mezzo fa non era molto caldeggiato da Renzi per la candidatura a Governatore della Regione e a seguito della "terribile batosta" è il primo a "scaricare" il Renzi (leggi qui: Regione; Riforma Scuola P.A. Sociale Unioni Civili Renzi ha fallito; De Luca) senza "accorgersi" che la Campania ha bocciato e scaricato entrambi, PD compreso, almeno in questa "chiamata alle urne". 

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