Il PD nazionale dovrebbe tenere il Congresso in anticipo sulla data prevista. Matteo Renzi è stato eletto Segretario attraverso lo strumento delle primarie l'8 Dicembre del 2013 con il mandato che resta in vigore per quattro anni, così recita lo Stato del Partito. Lo stesso Renzi, nelle settimane precedenti il Referendum sulle riforme del 4 Dicembre (perso malamente) per placare le "smanie" dell'opposizione interna ha detto che il suo mando si sarebbe concluso prima rispetto ai tempi ma egli non ha dato le dimissioni, quindi quanto si dice oggi, ovvero che il Segretario si debba dimettere per arrivare al Congresso, sembra non sia vero, dallo stesso regolamento interno: Infatti, il “Capo II - Formazione dell'Indirizzo politico, composizione, modalità di elezione e funzioni degli organismi dirigenti nazionali - Articolo 3 (Segretario e Segreteria nazionale)” recita quanto segue: "Se il Segretario cessa dalla carica prima del termine del suo mandato, l’Assemblea può eleggere un nuovo Segretario per la parte restante del mandato ovvero determinare lo scioglimento anticipato dell’Assemblea stessa. Se il Segretario si dimette per un dissenso motivato verso deliberazioni approvate dall’Assemblea o dalla Direzione nazionale, l’Assemblea può eleggere un nuovo Segretario per la parte restante del mandato con la maggioranza dei due terzi dei componenti. A questo fine, il Presidente convoca l’Assemblea per una data non successiva a trenta giorni dalla presentazione delle dimissioni. Nel caso in cui nessuna candidatura ottenga l’approvazione della predetta maggioranza, si procede a nuove elezioni per il Segretario e per l’Assemblea". In base a questo articolo, ad oggi, non vi è "motivo regolato" che porti al Congresso anticipato, in quanto Matteo Renzi ha dato una diponibilità ad anticipare il voto congressuale ma senza le dimissioni dello stesso, in realtà nulla è certo. Domenica, come ribadito da Enrico Rossi, il quale si è proposto quale alternativa, ci dovrebbe essere una indicazione in tal senso ma appunto, solo una indicazione, allo stato non vi è una "regola" che accompagni al Congresso anticipato con un Segretario con pieni poteri in quanto mai dimissionario. Il PD dovrebbe, non tanto scrivere uno Stato più chiaro (discutibile o meno), ma chi, degli iscritti, lo "legge" non deve interpretarlo a proprio piacimento o addirittura "leggerci qualcosa che non c'è". Il Congresso, eventuale, in data anticipata dovrebbe tenere presente anche il mandato del Governo di Paolo Gentiloni che ha preso il posto di Renzi, appena entrato a regime (oggi ha ricevuto la fiducia al Senato con lo stesso numero, 169 di voti favorevoli); infatti la scadenza naturale della Legislatura è il Febbraio 2018 quindi se il PD volesse davvero andare al voto entro l'estate (e non far scattare diritti pensionistici a parte dei parlamentari) deve tenere un Congresso in tempi rapidi (anche entro Marzo) e questo è un altro errore di Renzi perchè, con il partito, battuto al Referendum, con una base che non c'è, con iscritti in forte calo, con l'elettorato di riferimento che si allontana, verrebbe dato poco tempo per sviscerare una discussione mentre se la data congressuale si spostasse verso l'estate darebbe l'impressione piuttosto forte che non vuole andare alle Politiche prima del 2018. Le "ambiguità" politiche di Renzi e del suo PD cominciano ad essere troppe, non dimenticando che il "balletto" sulla data del Referendum ha, probabilmente aumentato il dissenso degli elettori, in quanto si è fatto "melina" nel fissarla (anche se i termini erano nella piena legittimità) in quanto da Ottobre che si diceva si è passati a Dicembre per fare una campagna referendaria per il SI' che, alla fine, invece di portare a superare il NO ha condotto allo "sfinimento" con il risultato che ne è conseguito, una sonora batosta. La storia sembra ripetersi e Renzi non impara Deve fare una cosa molto semplice, dire quando fare il Congresso e non eventualmente lasciare l’incombenza all’Assemblea nazionale, quindi alla minoranza che non sembra essere pronta ma a questo punto non lo sarebbe neanche lo stesso, attuale Segretario. Se Renzi non vuole il Congresso anticipato,  lo dica a chiare lettere, tanto non si è dimesso quindi non è un “imperativo” ma di certo questi “balletti” non fanno bene a lui né al partito.

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