Il 2016 sta per volgere al terrmine. Nicholas Ferrante, giovane esponente del PD ci offre uba "riflessione natalizia":

"Ognuno di noi in questa ultima parte dell'anno stacca dalla normale routine. Si torna a casa, per ritrovare quella realtà che vale più di tutte: la propria famiglia e le persone che si erano salutate quando ancora era caldo. Insomma, tutto come sempre o quasi. Affetti, caminetto e casa calda, buoni propositi e pensieri lunghi. Esattamente, i pensieri lunghi: quegli obiettivi che ognuno di noi si pone per il prossimo anno, al netto delle sconfitte e delle vittorie dell'anno appena trascorso. C'è chi lo fa scrivendo sul classico foglio bianco; noi giovani lo facciamo con le cuffie nelle orecchie ascoltando le canzoni che con i loro versi durante l'anno ci hanno accompagnato. Le partite perse dal Napoli, la sconfitta alle trivelle e al referendum costituzionale, non mi hanno ancora vaccinato al luogo comune secondo cui l'importante è partecipare. Oggi dovremmo un pò tutti prenderci una piccola vittoria personale, almeno in quest'ultima parte dell'anno: sperare. Soprattutto noi giovani, con ambizione ed energia andiamo oltre. Per cercare di capire e dominare le cose. Rinnoviamo i pensieri, cambiamo, corriamo, trasformiamo la mente. I nostri genitori sono sballottati e impauriti per disperazione di fronte alla continua minaccia di poter perdere il proprio posto di lavoro. A noi tocca non deluderli, non rassegnarci. L'ottimismo può sembrare volgare e fuori moda ma se non corriamo noi giovani il rischio di essere ottimisti, chi deve correrlo? Gli effetti politici, non la causa, di questa grande confusione delle generazioni che ci precedono sono evidenti: la vittoria di Trump negli Usa, la Brexit, la Turchia. Le classi sociali non esistono più: la classe media è scomparsa. Le formazioni sociali, a cominciare da partiti e associazioni, sono in crisi. Il più grande pensiero lungo della Storia, gli Stati Uniti d'Europa, che doveva essere l'antidoto ai conflitti più sanguinosi, a causa degli egoismi che li hanno generati, rischiano di implodere. Su tutti, l'ingranaggio che rischia di saltare è la democrazia. Perché sfregiata dagli insulti gratuiti, piuttosto che nutrita dal dibattito. Dal pensiero di spessore. Mi vengono in mente le parole di Adriano Olivetti che in un suo scritto parla della democrazia come mandato politico, di un atto di fiducia degli uomini in un uomo. La democrazia è diventata il pollice su o giù nei confronti del capo e della sua verità. Un blog vuoto.
La democrazia è invece pluralismo, imperfezione, sentimento umano. Noi giovani dovremmo oliare questo delicato ingranaggio con entusiasmo. Innanzitutto credendo nei sacrifici che i nostri genitori ogni giorno fanno, nonostante i timori che cercano di non comunicarci. Ecco il primo tra i buoni propositi per il nuovo anno. Apprezziamoli. Studiamo, o meglio capiamo, per imparare le regole e poterle rompere in modo efficace. Dimostriamo che vorremo rimediare agli errori per cui loro non hanno forza di rimediare e diciamo loro "grazie" che stanno mantenendo il soffitto sulle loro spalle per non farlo cadere su di noi".

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