"A volte parole che noi riteniamo essere simili tra di loro, nascondono una sostanziale differenza. “Memoria” e “ricordo”, per esempio, non sono sinonimi, ma rappresentano concetti ben diversi, ognuno con un proprio significato. Il ricordo è qualcosa di più semplice rispetto alla memoria. Il ricordo ha un inizio e una fine, è legato ad un particolare arco temporale del passato ed è una singola esperienza che riaffiora alla mente di chi la richiama, rivivendo per qualche istante. Un ricordo può essere spiacevole, intenso, divertente, può sempre essere ascritto alle categorie di bello e brutto. 
La memoria, invece, è qualcosa di ben più complesso. La memoria non è personale, è di tutti, la memoria non riguarda un singolo momento o periodo, ma è inserita pienamente nel corso della storia, la memoria è la storia stessa, è complessa perchè non è solo passato, ma anche presente e futuro.
Quest'anno ricorre il trentesimo anniversario della morte di Primo Levi (Ndr, 11 Aprile 1987), la cui preziosa testimonianza non è il semplice ricordo di una tragica esperienza personale, ma è memoria di “egoismo, indifferenza, ignoranza volontaria” da parte di tutta l'umanità, che con l'Olocausto ha perso la sua essenza umana, “perché chi voleva conoscere la verità poteva conoscerla e farla conoscere”, ma evidentemente così non è stato.
Quello di Primo Levi non è il ricordo di una malvagità generalizzata, ma è la memoria di anni caratterizzati da una totale assenza di pensiero, come riferiva Hannah Arendt.  Anni pieni di disinteresse, anni grigi, anni in cui l'essere umano ha perso la sua libertà, non solo perchè sterminato o rinchiuso in campi di concentramento, ma anche perchè plasmato, manipolato, reso docile, obbediente e sterile nel suo pensiero critico.
La “Giornata della Memoria” deve essere celebrata con questo senso, non come un commovente ma semplice ricordo. Il 27 gennaio non deve limitarsi a porci davanti un evento del passato, ma deve rappresentare anche un monito umano per il presente e per il futuro. 
Erich Fromm diceva che l'essere umano capace solo di obbedire, e non disobbedire, è uno schiavo e che il senso autentico della libertà risiede nella capacità di disobbedire, per evitare che mai più la verità possa essere nascosta sotto il tappeto dell'indifferenza. 
Il 27 gennaio facciamo questo tipo di memoria: nelle scuole, nei luoghi di lavoro, negli spazi che viviamo ogni giorno come esseri umani". Riflessioni sulla “Giornata della Memoria” di  Pasquale Alessio Ciampa, NIDIL-CGIL Avellino e del Segretario Generale Cgil Avellino Franco Fiordellisi.

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