Il Partito Democratico è ad un bivio; scissione se Matteo Renzi si ricandidata alla Segreteria? Da quando, nel 2013 Matteo Renzi ha "preso" la guida del Partito ha subito solo tracolli ed il 40% alle Elezioni europee del 2014 è stato solo frutto del "famoso" bonus degli 80 euro in busta paga, tra l'altro una operazione che ha tolto una entrata ai comuni che di fatto ha aumentato altro (detto in parole molto "povere"). Un maquillage, quello del Segretario come le donne capolista alle stesse europee, una segretria con qualche "tocco rosa", lo stesso aver portato il partito nel PSE europeo non è servito a consolidare il PD nella base sociale di provenienza, quella di centrosinistra perchè la politica portata avanti da Renzi sembra ai più, aver dimenticato gli "ultimi" ed il Referendum sulle Riforme costituzionali è stata la "palese e plateale" bocciatura che l'elettorato gli ha inflitto, proprio sul piano politico tanto da "costringerlo" a dimettersi da Capo del Governo. Non bisogna dimenticare che è salito a palazzo Chigi "facendo le scarpe" ad Enrico Letta insediatosi dopo la vittoria risicata del 2013 da parte di Pierluigi Bersani, anche legittimamente dal punto di vista costituzionale ma "tradendo" quanto aveva dichiarato tante volte, ovvero mai alla guida del Governo senza investitura popolare, mai con Pierferdinanddo Casi, l'UdC, mai con le destre ed invece è successo tutto o quasi il contrario di quanto ostentava a parole. La minoranza del PD non ha mai digerito l'ex Sindaco di Firenze e presidente della provincia "gigliata" (un giovane-vecchio politico), come dice qualcuno, lo hanno visto quale una sorta di "usurpatore", cosa che non è ma il pretendere di cambiare le regole per le elezioni al Congresso ha dato da subito l'impressione, o sembra averla data di uno che si volesse imporre "per forza". Un "politico" che non hai mai concesso nulla alla minoranza se non quando, come ora che ha aperto al Congresso anticipato, sente un "indebolimento". Inoltre atteggiamenti come il far di fatto fuori alcuni esponenti come Stefano Fassina (Fassina chi?) o salutare Gianni Cuperlo che aveva lasciato la presidenza dell'Assemblea nazionale dopo un mese, con un "semplice ciao", ed altri comportamenti dei suoi (lo "ciaone" di Ernesto Carbone su tutti) che non hanno nulla a che fare con la politica e che qualcuno ha visto o potrebbe aver interpretato come "scarsa educazione politica". Si è circondato di un "giglio magico" oramai "essiccato". La sua maggioranza è frastagliata con oltre una decina di "correnti", quelle che voleva eliminare. Una sorta di PDR (Partito di Renzi) che nessuno ama tanto che il numero degli iscritti ha subito un tracollo. La minoranza è anche essa divisa ma cresce sempre di più. Tre candidati alla Segreteria, Enrico Rossi, Roberto Speranza e Michele Emiliano sono troppi per poter vincere contro uno soltanto seppur in continua "discesa". Tra i sostenitori di Renzi c'è e forse è il caso di dire "c'era", Dario Franceschini, ex Segretario ed attuale Ministro dei Beni Culturali e se dovesse "mollarlo" questi, Renzi può "scordarsi" la riconferma. In realtà sembrerebbe che tutta l'area della minoranza e degli "scontenti renziani" puntino a non far ricandidare Renzi e per questo si lavora ad un nome che possa unire, quello del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando (almeno cosi si pensa). La verità. oltre ogni cosa è che se scissione ci sarà il PD di Renzi (ammesso che si faccia riconfermare e che mantenga il simbolo) diventerebbe un partito di centro che pescerebbe soprattutto nel bacino elettorale del centrodestra.

PS: Perchè abbiamo detto del "possesso" del Simbolo? Perchè se scissione ci sarà qualcuno potrebbe aprire una battaglia sui diritti del logo come è successo in passato con altri partiti.

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