Il PD è un partito senza identità e le “guerriglie” in campo nazionale sono l’ampia dimostrazione. Quanto al PD irpino è ancor peggio. Senza una guida unitaria, “anime” sparpagliate in cerca di collocazione più che di costruzione di un pensiero, un’idea, un programma, un partito. In tutto questo l’anomalia più evidente è quella dei socialisti provenienti dalle “parti più disparate o disperate”. Tra costoro troviamo chi sembra fare analisi politiche “strampalate”: Matteo Renzi (provenienza popolare, quindi pensiero della DC che non c’è più) è un riformista come Bettino Craxi e che il Referendum sulle Riforme sarebbe stato perso per l’influenza di una sorta di “Mani Pulite 2.0” che sembrerebbe essere orchestrata dalla stessa area politica, con la stessa sceneggiatura, con qualche regista sostituito o aggiunto. Bene, se questa è un’analisi lucida, politicamente parlando, c’è da mettersi le mani nei capelli e spieghiamo perché. Renzi, non è un riformista; ha solo provato a fare delle “Riforme” perché “indotto” (se non addirittura gli sono state imposte) all’epoca della “sostituzione” di Enrico Letta a palazzo Chigi, avvenuta nel modo poco elegante che conosciamo anche se costituzionalmente giusta. Riforme “strabocciate” dall’elettorato accorso in massa per dire NO anche e soprattutto ad una politica economica e sociale non certo socialista. Quanto all’aver perso anche per “l’invadenza” di una pseudo, fantasiosa “Mani Pulite 2.0” è una analisi o battuta poco felice,  quantomeno, perchè il PD e Renzi non sembrano essere oggetto di “attenzioni dedicate o particolari” da parte della Magistratura come non lo era chi, sotto la “morsa” delle indagini e dei processi degli anni ’90. Ad esempio l’attuale “mafia capitale” è di lontana provenienza, colpisce (dalla fase che è investigativa) soggetti non “specifici”. Ancora, tra i socialisti ci sono quelli che guardano all’area S&D (Socialisti e Democratici) con Marco Di Lello, altri ad Umberto Del Basso De Caro. Di qualcuno sembra essere rimasta solo la “radice” con qualche “germoglietto” qua e là ma senza “arbusti”. Alla provenienza dal PSI e Nuovo PSI dobbiamo anche aggiungere chi arriva da un “campanile” diverso e tutto ciò rende il quadro un “obbrobrio” (?) che non aiuta ad “edificare” un partito che si dice, attraverso le parole ma non pare attraverso i fatti, “solo” democratico. Ognuno reclama la sua provenienza ma i Socialisti che vogliono tale identità all’interno del PD non possono continuare a restarci perché il pensiero è troppo "diverso e distante" da quello degli ex comunisti ed ex popolari. Se non si fanno scelte forti, vere, di ritorno alle origini, si potrebbe pensare che non si lascia questa “casa” perché più gande ed offre maggiori “comfort”? (Politicamente parlando). La scelta si può fare, tornare o andare nel PSI o Nuovo PSI. Per chi avesse l’imbarazzo della scelta basta lanciare un monetina con testa il primo e croce il secondo. A chi guarda il sannita Del Basso De Caro gli ricordiamo di “sperare” che il Benevento non salga in Serie A (calcio); Non sia mai per questi socialisti, con ironia e simpatia lo diciamo, che DBDC sotto l’Arco di Traiano cantasse “chi non salta di Avellino è”.

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