Il PD attraversa una fase non facile. Quello che doveva essere il "partito unico" del centrosinistra è in realtà diventato un "formicaio" dove si ammassano "bande" con obiettivi contrari "farcito" da inimicizie e poco rispetto, almeno politico, che stanno portando ad una eventuale scissione. Se la frattura dovesse essere ricomposta, sarebbe un "miracolo" ma le differenze tornerebbero ad esplodere se in un tempo "logico" non si "costruirà" l'anima. Il PD è come una squadra di calcio con un "allenatore-sergente" che non ascolta nè i suoi, nè l'opposizione con una squadra sostanzialmente scarsa, in aggiunta. Il Congresso ben venga se ognuno farà un passo indietro altrimenti non servirà a nulla. Un Congresso che non servirebbe a nulla proprio se scissione dovesse esserci. Matteo Renzi se lascia andare l'opposizione senza tentare sino all'ultimo la ricomposizione sarà il Segretario di un mezzo partito così come lo sarebbe chi a guidare l’eventuale nuovo partito. Renzi sbaglia a volersi liberare dell'opposizione, darebbe ad intendere che vuole andare in un altro "campo", se questo è nelle intenzioni poteva farsi il suo Partito come Beppe Grillo col Movimento 5 Stelle seguendo il "consiglio" del PD, Piero Fassino. Tra addii annunciati, ripensamenti, partenze che sembrano certe è ancora tutto un “groviglio”. Vedremo. 

La Riproduzione del materiale pubblicato su Cinque Righe è vietata
Note Legali