Avellino. Sarebbero solo 529 le tessere "staccate" online e non le 2500 che si era arrivato a dire da esponenti politici locali tanto da creare "timori" per uno "stravolgimento" dei "pesi" interni allo stesso partito. Quanto dichiarato ai "media" da Lorenzo Guerini, ex, oramai vicesegretario del PD nazionale e presidente della Commissione per il Congresso che si concluderà con le Primarie del 30 Aprile (in lizza, Matteo Renzi, Andrea Orlando, Michele Emiliano) riporterebbe, se tali numeri fossero confermati (6848 gli iscrtti tradizionali più gli "online", circa 7400) a "valori di normalità", più o meno sostanziale, i rapporti di forza all'interno del PD irpino che si avvia o dovrebbe avviare ad una fase congressuale che si preannuncia piuttosto accesa vista la "legna" accumultata da diversi esponenti PD. Questo Congresso dovrebbe essere "infuocato" perchè il Partito è senza Segretario provinciale da oltre un anno, dalle dimissioni di Carmine De Blasio, mai "digerite" dal gruppo intorno a lui anche perchè furono date per favorire un dialogo che non c'è stato ed ancora non c'è. Immaginare un candidato unico alla Segreteria ed eventualmente arrivandoci sarebbe una "farsa politica" soprattutto da parte degli stessi "deblasiani" in quanto non hanno mai mostrato aperture in tal senso (se non quella un pò forzata da parte di Michele Langastro ma successivamente mai confermata, anzi, con la solita "forza" è stata ribadita la volontà dello "scontro, del volersi "giocare la partita") quindi se dovessero farlo in extremis, ci si dovrebbe chiedere quanto abbiano avuto valore le loro parole. A questo punto, coloro vicini a Del Basso De Caro, molto "eterogei" devono "trovare un nome da candidare" e questo potrebbe non essere facile ma in realtà il "nome" da "far scendere in campo direttamente" è uno solo, bisognerà solo capire quanto avrà voglia di uscire allo scoperto, dal "cono d'ombra". Sembra da qualche battuta, anche ironica magari, a noi giunta che i "dameliani", coloro i quali si "vedono" in Rosetta D'Amelio, Presidente del Consiglio regionale della Campania, che sarebbero i favoriti nella corsa alla "poltrona regale" di via Tagliamento, lascerebbero volentieri la guida del Partito ("una patata bollente"), non di certo ad Umberto Del Basso De Caro, a coloro che si richiamano al Sottosegretario del Governo di Paolo Gentiloni (anche se farlo scottare, si potrebbe immaginare, non dispiacerebbe alla D'Amelio) ma a qualcuno dell'area alla quale è vicina l'ex Sindaco di Lioni (i deluchiani -Governatore-) quindi, si potrebbe trovare l'intesa sulla Roberta Santaniello o, perchè no, un nome vicino proprio al Senatore irpino, Vincenzo De Luca che "gravita" nell'alveo dameliano-deluchiano dopo aver mollato il sannita (in fodo gli ex PCI hanno spesso lasciato la ribalta agli ex DC sapendo di "pesare" molto di più stando alle spalle). La D'Amelio sa stare all'opposizione e sa farla (la storia passata insegna) e "nonostante" questo ha in passato ottenuto ruoli e risultati importanti come ora che è "forza" di governo del Partito, locale e nazionale. Lasciare la segreteria, soprattutto ora che è una "patata bollente" nelle mani di "alleati ma non oppositori" non è una ipotesi da escludere. Gli schieramenti dovrebbero, quindi essere due con l'incognita di Gianluca Festa e quella "meno X" di Carlo Iannace. Vedremo.

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