"Il percorso che ormai da un anno abbiamo avviato in Irpinia, all'indomani delle dimissioni dalla segreteria provinciale è stato improntato su una idea di un vero impegno politico e di militanza dentro il Pd. Soprattutto fuori e liberi dalle perverse logiche politiche che ancora tengono in ostaggio il partito a livello locale". Carmine De Blasio, Segretario del PD irpino (recatosi a Torino, al centro espositivo del Lingotto dove da oggi, venerdì, a Domenica si tiene l'adunata del PD (renziani) con tavoli tematici, occasione per il lancio della candidatura alla riconferma per la Segreteria nazionale del partito da parte di Matteo Renzi) dimessosi un anno addietro per favorire un confronto con le opposizioni che non c'è mai stato. Il motivo di questa nostra "richiesta" di dichiarazione è dovuta al fatto che "rimproveriamo", lo diciamo con ironia e simpatia, allo stesso ex numero uno di Via Tagliamento (sede provinciale del partito) di aver commesso un "peccato ingenuità" consegnando all'epoca il partito in mano, non tanto alle opposizioni locali ma a Lorenzo Guerini, numero 2 nazionale e ad Assunta Tartaglione, Segretaria regionale e visto lo stallo che ha "congelato" l'agire del PD irpino e le dinamiche di questo anno che hanno portato lo stesso De Blasio a schierarsi con Umberto Del Basso De Caro "contro" il Governatore Vincenzo De Luca oltre che al De Luca irpino (con la D'Amelio non vi è mai stata tanta "simpatia") nella "corsa" al Congresso irpino e per questo abbiamo voluto chiedergli se questa sia stata una decisione "avventata" sull'onda della "rabbia" per quanto successo con le dimissioni (abbiamo parlato di ingenuità, ribadiamo con ironia e simpatia, perchè si è fidato della "stretta di mano" a Roma con alcuni "alti esponenti") o è stata una scelta meditata, ponderata anche e soprattutto di critica verso lo stesso Governatore. Questa a seguire l'analisi di De Blasio: "Con le associazioni OpenIrpinia di Antonello Losco e Radici democratiche di Chiara Maffei stiamo portando avanti un impegno che raccoglie significativi attestati di condivisione sul terriotrio (in questo ultimo tesseramento grazie alle due associazioni abbiamo superato le 700 iscrizioni al Pd). Non siamo pentiti di quanto abbiamo fatto lo scorso anno. Era fondamentale superare la situazione di stallo che i capricci di qualcuno e i disegni di qualcun'altro avevano determinato. Siamo sicuramente indignati in merito a ciò che è accaduto dopo quelle dimissioni. Un partito massacrato. Inesistente nelle realtà locali e gruppi dirigenti non curanti degli iscritti, degli amministratori. L'ultima vicenda del tesseramento è la cifra precisa delle responsabilità politiche che prima o poi si dovranno assumere. Troviamo riduttivo lo schema delle collocazioni interne di gruppi e correnti. Anche perchè la cronaca politica ci ha insegnato che sono estremamente variabili. Abbiamo un giudizio più che positivo sul governo regionale. Ci siamo fortemente impegnati prima nelle primarie per l'attuale Governatore e poi nelle elezioni regionali. Continuiamo a credere che dalla Regione e dal buon governo possano arrivare le migliori risposte per la nostra gente. E' evidente tuttavia che l'assenza di un dibattito politico fatto sui contenuti, sulle idee e dunque sulle questioni che riguardano i nostri territori ci penalizzi molto. Il Pd è comunque ad un bivio. L'era del fanatismo renziano è terminata. Renzi è stato il primo a comprenderlo. Lo capiranno anche ad Avellino. Renzi, ed è questa la ragione principale che ci porta a partecipare attivamente ai lavori del Lingotto, sa meglio di tutti che il Pd non può finire in un esperimento fallito. C'è ancora una grande speranza da parte degli iscritti e anche di elettori democratici. Che questo progetto possa riprender ela strada giusta . Ovunque nel nostro Paese".

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