Ad Atripalda si prospetta un altro "caso" Festa? Il Partito Democratico irpino si trova nella Cittaà del Sabato, almeno al momento con due "ipotetici" candidati (manca l'ufficializzazione della presentazione delle liste - si vota l'11 Giugno - ) alla carica di Sindaco: l'uscente Paolo Spagnuolo (che si è tesserato online a Febbraio) vicino alle posizioni del Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro ed il "dameliano" Luigi Tuccia. Uno scontro, se si andrebbe a concretizzare alle urne, tra l'attuale Sindaco ed il suo Vice che ha del paradossale ma è "abituale", oramai, che accadano cose simili nel PD irpino, ancora di più da quando "vige" il Direttorio (Rosetta D'Amelio, Enzo De Luca, Valentina Paris, Luigi Famiglietti). Inutili gli appelli all'unità da parte della D'Amelio e di De Luca mentre l'atripaldese Paris sembra non avere voce in capitolo o proprio non averla (politicamente). Una condizione che il Direttorio, almeno per i 2/4, che si merita in pieno visto quanto fatto alle Amministrative del 2016 quando la D'Amelio soprattutto, ma anche De Luca, hanno tirato la corda andando a stringere alleanze con l'UdC che poi qui si ritrova, in un modo o nell'altro come avversario. Quando si dice la "lungimiranza" oppure, "chi la fa l'aspetti". D'Amelio e De Luca (partendo dalla Segreteria provinciale dimissionaria ultima, non esente da colpe) sono i principali artefici del disastro politico del PD che non è solo ad Atripalda ma viene da lontano, restando solo al periodo del "quadrumvirato" (Amministrative 2016, il Referendum sulle Riforme in Irpinia bocciato con la percentuale tra le più alte d'Italia, le "loro" sconfitte nella elezione del Presidente dell'Alto Calore Servizi, lo stato "comatoso" al Comune di Avellino, Ente nel quale sono pienamente "ingarbugliati" attraverso loro esponenti di riferimento, la scarsa partecipazione alle Primarie per la scelta del Segretario nazionale, nella data di ieri ed altro). Il "caso-caos" Atripalda rischia di essere simile a quello di Gianluca Festa quando due anni fa, per le elezioni del Presidente della Provincia non sostenne Paolo Foti, Sindaco di Avellino andando a formarsi una propria lista, venendo eletto ma di fatto, contribuendo alla sconfitta del Primo Cittadino avellinese (qualcuno "ascrive" a Festa quella mancata elezione di Foti quale un merito). Festa venne espulso dal PD rientrandoci però a pieno titolo e con maggiore forza. Nessuno chiede l'espulsione di Spagnuolo (sarebbe forse ingiusto oltre che "risibile da un punto di vista dell'agire politico" a neanche un mese dal "perfezionamento" della "pratica" di iscrizione ai Dem) ma di certo il Direttorio, i "livelli superiori" del Partito devono intervenire e non con il "semplice" richiamo all'ordine, all'unità ma facendo soprattutto autocritica visto anche che ci si "approssima" al Congresso provinciale. Ad Atripalda è giusto che Spagnuolo si riproponga agli elettori dopo 5 anni di guida dell'Amministrazione ma forse la decisione di aderire al PD doveva essere anticipata (che la "querelle" si sarebbe proposta lo stesso è un dato verosimile). Il problema non è di oggi ma risalente a un lustro addietro, Il PD perchè asciò il SIndaco all'UdC? Perchè il PD non "impara" mai dagli errori politici? Al PD, al Direttorio (almeno a De Luca e D'Amelio) non viene da pensare che le alleanze  sono sempre o quasi a vantaggio dello scudocrociato e quando non "piacciono", uomini e programmi, prosegue per altra "strada"? 

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