Il PD è oramai allo sbando e sull'orlo di una crisi di nervi. Quello che è accaduto ad Atripalda è la "plastica" rappresentazione del fallimento dell'operato del Direttorio (Rosetta D'Amelio, Enzo De Luca, Valentina Paris, Luigi Famiglietti) in questo anno e più di guida del partito visto che manca un Segretario provinciale ed un Congresso ancora non è dato sapersi quando si terrà anche se "cosa buona e giusta" sarebbe tenerlo a fine anno per far votare tutti gli iscritti, quelli online soprattutto. Un fallimento che viene da lontano, almeno dal 2014, tanto per non andare troppo a ritroso (a piè di pagina capiremo chi sono gli altri "colpevoli", Montoro docet). Il PD, "narrando" per sommi capi la "vicenda" nella Città del Sabato, ha visto nell'ultimo tesseramento l'ingresso di Paolo Spagnuolo, Sindaco uscente andandosi a posizionare nell'area vicina al Sottosegretario alle Infrastrutture, il sannita Umberto Del Basso De Caro. A questo punto, le Primarie sono saltate perchè non accettate da questi. Il PD atripaldese, in realtà è "deflagrato" già cinque anni fa con la "famosa" operazione, "ascritta" dalle cronache politiche allo stesso Tuccia che, di fatto portò sulla poltrona di Sindaco, l'allora Udc, Spagnuolo. Operazione mal digerita da tanti ed oggi se ne vedono i "pessimi risultati" politici per il PD. Un "fuggi-fuggi generale" con candidati alle amministrative andati ad "apparentarsi" con esponenti con riferimento Udc, Forza Italia e quanto altro (almeno stando alle provenienze, pur trattandosi di liste civiche, almeno formalmente) con l'esponente "dameliano" candidato Sindaco in pectore da mesi, se non dal giorno dopo della vittoria di un lustro addietro, neanche candidato. Non si è riusciti nemmeno a "partorire" la lista. Il fallimento è soprattutto, dalla lettura politica, degli ultimi appelli all'unità nelpartito, fatti da D'Amelio e De Luca che sostenevano, appunto, la candidatura di Tuccia. Un vero fallimento, dopo le "operazioni" fatte, dagli stessi, dalla D'Amelio soprattutto, più o meno autonomamente alle amministrative del 2016. (Prima fanno da soli e poi invocano l'unità...chi va per questi mari, prima o poi questi pesci piglia...chi di spada ferisce, di spada perisce). Non si dimentichi, che il PD qualche iscritto lo ha perso, e non di poco conto, come, Enzo Aquino, ad esempio. Quanto alla Paris, "onorevole" atripaldese, cosa ha fatto per evitare che questo accadesse? Quale "peso" ha? Con questi ruìisultati verrà ricandidata alle prossime Politiche? Il PD di Renzi, non doveva essere il partito senza "correnti"? Mo' come lo dite al Segretario? Attenzione però: Nel PD sembra ci sia l'abitudine a saltare sul carro dei vincitori. Ricordate Mario Bianchino candidato a Sindaco nella prima Montoro Unita (Superiore più Inferiore) nel 2014? La Segreteria fallita nel 2016 (Carmine De Blasio) sosteneva un altro candidato, Salvatore Carratù, mentre Bianchino era appoggiato dall'area di Francesco Todisco, oggi uscito dai Dem per aderire ad Aricolo 1, Movimento Democratici e Proseggessisti". Oggi tutti "bianchiniani"?! Questo è solo uno dei tanti esempi possibili. In conclusione: le "vicinanze" negli enti non devono essere "occasione" per vicinanze politiche. Questi, sono tutti nomi, giovani e vecchi, che dovrebbero farsi da parte perchè hanno già dimostrato quanto "valgono".

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