Avellino. Le elezioni amministrative sono all'ordine del giorno sin dalla formazione della prima delle numerose, tra "azzeramenti ed integrazioni", giunte operate dal Sindaco  Paolo Forti che tra l'altro annunciò dimissioni poi non confermate a poco più di un anno dall'insediamento (Ottobre 2014). Il "totonomi" sui candidati a Sindaco è un "giochino" come una "app" sul telefonino. Alla successione qualcuno ha ipotizzato lo stesso "attuale" ma questa sarebbe la "scommessa" più improbabile, ardua, la meno credibile sul piano politico. I nomi sono diversi, tra quelli che vi aspiravano prima del 2013, a quelli che vengono immaginati oggi  o comunque tirati in ballo. Da Silvio Sarno a Raffaello De Stefano (che erano o sono ancora la "stessa cosa"), a Maria Elena Iaverone, Gianluca Festa in primis ("il candidato del quale, non ci si può permettere di farlo correre da solo, altrmenti il PD perde di sicuro", quanto ci è stato dichiarato da un esponente piddino del quale non indichiamo l'area altrimenti si "svela" e non vuole). Qualcuno prende in considerazione l'ipotesi di Livio Petitto il quale, però, ci dichiarò di non essere interessato ma propose le primarie per la scelta di chi dovrà tentare il difficile approdo a palazzo di Città, dopo la deludente, politicamente, esperienza dell'attuale sindacatura). Tanti nomi "altri", nell’ambito del centrosinistra anche se “formalmente” autonomi come esponenti di qualche associazione neonata o che potrebbe nascere in futuro. Ci sono "ipotesi", come quello di Giuseppe Galasso, l’ex Sindaco, colui il quale si dimise, con molta onestà intellettuale, per  proporsi alle elezioni Politiche del 2013, poi “beffato” sul finale da primarie “inattese” e soprattutto con “accoppiamenti” strategici che lo eliminarono. Un nome che potrebbe “sparigliare e sbaragliare” i tavoli più o meno costituiti. Ci verrebbe da pensare che questa “pillola” non sia andata giù a Galasso (il modo in cui fu tagliato fuori, una corsa all’improvviso ad handicap per l’ex primo cittadino). Un "treno" per Roma che perse anche l’ex Senatore Enzo De Luca (Camera dei Deputati). Voci di corridoio inseriscono nel “borsino” candidati a Sindaco di Avellino, proprio il De Luca di San Tommaso, il che potrebbe essere verosimile visto che sembra si candidi ovunque: dalla Camera e alla Regione (non eletto), all’Assemblea nazionale del PD (quale, domandiamo, la necessità di questo inserirsi nella lista bloccata ed “uscire” in un organo che di fatto ha poca importanza politico-partitica, almeno nell’attuale panorama PD, ove Matteo Renzi “domina” in maniera indiscussa la scena, ancor di più dopo la riconferma alle Primarie del 30 Aprile; insomma, pare impossibile che l’AN “maturi” un pensiero proprio e determini altre condizioni. Invece di candidarsi in prima persona non sarebbe stato meglio lasciare il posto a qualche giovane emergente? (Se non ce ne sono di "emergenti", almeno "giovane". Stesso discorso, almeno, relativo all’Assemblea, è per la Rosetta D’Amelio). De Luca, potrebbe anche candidarsi a Sindaco, viene vociferato, se dovesse riuscire riesce la “nuova”, eventuale, scalata al Parlamento (si dovrebbe votare, se non prima entro il Febbraio 2018) ma questa possibilità andrebbe esclusa sin da subito e categoricamente dallo spesso “indiziato” in quanto saremmo alla “restaurazione” nell’epoca del “giovanilismo” renziano. A questo punto dovremmo chiederci: La politica renziana è solo “giovanilismo” o è “giovane, nuova, fresca”? Se ad Avellino dovesse spuntare candidato Sindaco un De Luca o comunque uno “aspirante” della vecchia “nomenclatura” vorrebbe dire che il “giovane”, il “nuovo”, non esiste? Se così dovesse essere (crediamo però che Festa in un qualche modo sarà in campo) come reagirebbe l’elettorato? Voterebbe in massa seguendo i “grandi vecchi” o ragionerebbe in maniera “nuova”? Il Congresso irpino del PD (ancora non è dato sapersi quando si terrà, altro "mistero") potrebbe "mescolare" qualche carta in tavola ma il "gioco" vedrebbe gli stessi protagonisti, una "metafofosi", un "camuffarsi" che servirebbe a mantenere una qualche "posizione" al "notabilato" ma poco offrirebbe all'Irpinia ed alla Città Capoluogo. Avellino avrebbe bisogno di un Sindaco come Vincenzo De Luca è stato per Salerno, lo "sceriffo" che ha "rastrellato il vecchio"; Oggi, però, anche il Governatore sembra più "mite".  Ad ogni modo, le Primarie nazionali di 25 giorni fa lascerebbero pensare che, in questa terra, l'Irpinia, ci si stia stancando del modo "arcaico di fare politica” e questo potrebbe portare a colpi di scena insospettabili sino a poco tempo addietro.

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