Avellino. Il PD irpino non riesce a superare la lunga fase di “impasse” che dura dalle dimissioni dalla Segreteria provinciale di Carmine De Blasio avvenuta nel “lontano” Gennaio 2016. Scriviamo una "lettera" all’ex numero 1 di via Tagliamento per analizzare, condividere e chiedere valutazioni sulle dinamiche da allora ad oggi.

“Carmine, ti sei dimesso dalla guida della Segreteria per favorire un dialogo tra “anime” troppo diverse e che forse fu un errore mettere assieme. Hai deciso di lasciare dietro la “parola” siglata a Roma di una risoluzione rapida ed arrivare ad un Congresso immediato. Così non è stato. Qualcuno ha tradito. Chi?

Per guidare il partito in un arco temporale che si immaginava dovesse essere breve sono stati chiamati in quattro, il Comitato di Reggenza, in Irpinia definito “Direttorio”, i parlamentari Valentina Paris e Luigi Famiglietti, la Presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio e l’ex Senatore Enzo De Luca. A nostro avviso, “l’errore perfetto”  che ha portato al "disatro"  attuale, è stato quello di non aver inserito in quello “assemblement” te (che magari non avresti accettato) o comunque un rappresentante della tua area. Si, proprio così, un rappresentante della tua area, perché crediamo che già all’epoca delle tue dimissioni vi erano frizioni forti se non già rottura con De Luca che quindi non poteva intendersi un tuo “rappresentante”. Rottura evidenziata a fine Inverno (cosa a noi riferita con virgolettato da altro esponente). A questo punto quanto più tempo passava, più diventava necessario che tu o chi per te, entrasse nel Direttorio. La “tua voce” raccoglieva il dissenso della base o comunque si univa ad esso “fomentando” i malumori nei confronti del Quadrumvirato che non ne “azzeccava e non ne azzecca” una (Amministrative, Referendum Riforme, Congresso amletico e quanto altro). Il tuo ingresso o di una voce che rappresenta l’ultimo segretario eletto con la “formula di rito” può e deve avvenire anche oggi, soprattutto in questo momento di ulteriore confusione che rischia di cadere, se già non lo è, nel “ridicolo politico”.

Quanto agli schieramenti per la “lotta congressuale” non hai mai partecipato alla “corsa”,  allo stare di qua o di là ma hai preferito restare “autonomo”. Crediamo che questa tua “autonomia” debba tramutarsi, oggi, in una scelta; una scelta che sia di coerenza politica e non dettata dalle “antipatie” o dai “rancori”, che comunque sappiano non provi o meglio, hai “sbollito” anche se forse non del tutto. Crediamo che tu non hai fatto una scelta di campo tra Umberto Del Basso De Caro e l’area D’Amelio – De Luca proprio perché tu hai una “convinzione ideologica”, ovvero quella di “propendere" più per gli ex amici e compagni di “avventura” nella tua Segreteria; per quella area politica ma aspetti una sorta di “mea culpa” come scrivemmo una decina di giorni fa, non tanto da De Luca che ha, con una dichiarazione fatta da lui e da Teresa Mele, lasciato aperta la possibilità in quanto ti hanno sempre sostenuto nei momenti “dell’assalto” (forse con qualche tentennamento ma dovuto anche ad altri motivi) ma dalla D’Amelio. Se tu, ti fossi lasciato trasportare dalla emotività avresti scelto Del Basso De Caro per andare “contro” il “passato” ma quella Socialista non è la tua area e sai bene che “saltando” lì finiresti in un gruppo, con pochi socialisti ma a “comando” socialista. Osiamo riportare una confidenza che ci fu fatta da qualcuno del tuo ambito familiare all’epoca della presentazione di Stefano Caldoro, prima delle Regionali vinte dallo stesso nel 2010: "Abbiamo provato in tutti i modi a distogliere Carmine dall’entrare nel PD ma non ci siamo riusciti". Hai seguito la sua “indole popolare” e non quella “socialista d’ambito”. A questo punto, Carmine, entra nel Direttorio e scegli il “campo”. Solo così si potranno abbassare i toni e forse ricostruire il “tuo” PD, almeno in parte, o comunque provare a farlo.

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