Atripalda. “Alle Amministrative dell’11 Giugno ad Atripalda, con Giuseppe Spagnuolo ha prevalso il Campo Democratico”. L’affermazione di Enzo Aquino storica espressione della Sinistra della Città del Sabato, uscito dal PD nel corso dell’ultima “campagna tesseramento”. Aquino, stimato e radicato nel tessuto sociale locale, vicino ad Articolo Uno, Movimento Democratico e Progressista (non c’è ancora l’adesione formale) ha, con noi, analizzato il voto che ha portato sulla poltrona di Sindaco, il “preparato e serio Geppino che non ha ambizioni personali, personalistiche”. L’ex dem sottolinea: “Abbiamo lavorato fuori dai partiti ma nell’alveo del centrosinistra, quello che ha a cuore gli interessi dei cittadini partendo dalle piccole cose, da quelle che tutti sentiamo e percepiamo quali necessarie per un vivere migliore e fare passi avanti socialmente ed economicamente. I grandi progetti non ci interessano. C’è già chi li fa e con i pessimi risultati che si riscontrano e lo possiamo notare guardando anche a pochi passi da noi. Atripalda ha bisogno di rimagliare - politica, passione, prossimo - . Con il nostro gruppo, quello più di sinistra, con Salvatore Antonacci e Nancy Palladino, ad esempio, abbiamo realizzato il centrosinistra alternativo e civico cercando la candidatura di Antonio Tomasetta il quale però, nonostante il lungo corteggiamento ha deciso di non accettare e quando poi, dalla parte più di centro ci è stato proposto il nome di Giuseppe Spaguolo siamo stati ben contenti di sostenerlo perché si tratta di una persona seria, di un professionista con esperienza pratica utile all’amministrare. Anche Geppino non voleva scendere in campo in quanto è, sì uomo di partito ma che non cerca la ribalta. Alla fine ha aderito ed è iniziata la “corsa” costruendo un programma semplice perchè basato su cose concrete”. Atripalda, è stato il laboratorio del centrosinistra “Campo Democratico” di Giuliano Pisapia, chiediamo: “Direi di si, ci dice Aquino. Quello dell’ex Sindaco di Milano è un progetto che prende le distanze dalla “politica solo chiacchiere” di Matteo Renzi. Per un breve periodo ho prestato attenzione al “rottamatore” ma ho capito ben presto che oltre lo slogan non c’era nulla. Nessun progetto, nessuna idea di futuro. Solo parole volte a conquistare il consenso. Demagogia e nulla più. Da qui è nato il mio proposito di lasciare il PD. Un partito diventato evanescente, anche nella nostra Città dove la storia e la tradizione di sinistra hanno avuto sempre un peso non indifferente. La fine del PD locale, e qui faccio autocritica, è cominciata proprio cinque anni fa, quando abbiamo “sdoganato”, l’allora UdC Paolo Spagnuolo, che lo scudocrociato non voleva candidare. Già prima aveva avuto esperienze politico-partiche diverse ed in più ne ha cambiate cinque nei cinque anni di mandato. Paolo ha “tradito” il nostro progetto politico e la scelta naturale è stata quella di abbandonarlo”. Su questa dinamica insistiamo per avere il “pensiero” su Luigi Tuccia, il vicesindaco dei cinque anni passati che doveva rappresentare il PD nella tornata scorsa: “Tuccia ha sbagliato nel continuare a fare il vice di Spagnuolo, avendo deciso in tempi non sospetti, praticamente dal secondo giorno del mandato, ironizza Aquino, di candidarsi a Sindaco. Doveva dimettersi almeno un anno prima. Non poteva immaginare di proporsi contro il suo Sindaco dopo essere rimasto sino all’ultimo giorno del mandato, anche se non fosse entrato nel PD, mossa che dimostra ulteriormente il poco senso di appartenenza politica ad una formazione da parte dell’ex rino cittadino”. Chiediamo ancora: Paolo Spagnuolo ha comunque ottenuto un forte consenso arrivando a perdere per 150 voti circa; qualcosa avrà creato? “Nulla, risponde Aquino, non ha creato nulla. E’ stato di fatto sostenuto da tutti i vertici del PD, non soltanto dal Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro con anche  la “puntata” del Ministro Graziano Delrio e questo ha captato un voti ma non consenso. Un exploit momentaneo; In sostanza, un pò tutti loro, dopo il fallimento hanno “ripiegato”. Il nostro, con Geppino Spagnuolo è un progetto destinato a costruire una nuova Società ed una nuova politica, anche attraverso pezzi del PD e fuoriusciti. Con Geppino, Atripalda ha scelto se stessa”.  Aquino ha lasciato il PD, poteva essere il Sindaco ideale ma già cinque anni fa preferì il suo lavoro. Un uomo capace di fare un passo indietro vale tanto. E’ “raro” incontrare chi rinuncia alla “poltrona”, Lei lo ha fatto e le rendiamo onore ma cosi facendo, Atripalda non ha ancora il Sindaco che merita: “Io sarei il Sindaco ideale? Chissà! Fare un passo indietro non mi è mai costato nulla. Le mie non sono mai state rinunce perché ho sempre vissuto l’esperienza politica come comunità, un fare squadra per la propria Città ed io ho solo fatto questo. Ho dato e darò il mio contributo senza ambizioni personali. La politica, con la P maiuscola è e deve essere questa, lo dico con modestia. Atripalda merita di tornare ai fasti di un tempo, che non è lontano nella storia. Oggi possiamo credere nel domani”. <

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