Il Partito Democratico oramai è ad un bivio e la marcia di avvicinamento alle Elezioni Politiche del 2018 rappresenteranno la “cartina di tornasole”, il “termometro” che misurerà lo stato dei rapporti di forza all’interno del partito che potrebbe portare ad una vera e propria resa dei conti nonostante un Congresso tenutosi in Primavera (30 Aprile) che ha visto la rielezione a Segretario di Matteo Renzi con la Mozione “firmata alla pari” dal Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina espressione della Sinistra. Proprio in questa Mozione c’è la “miccia” che potrebbe fare esplodere l’alleanza che vede tra l’altro, Dario Franceschini, area popolare, ex Margherita “soffrire” qualche mal di pancia provocato dallo stesso Renzi; il Ministro dei Beni Culturali rappresenta con i suoi la quota più pesante dell’area centrista. Dicevamo però di Martina: espressione della Sinistra del Partito il quale ha toni molto “dolci” ma la realtà è che se vi è stata la “necessità” della sua “firma leggibile”, quindi l’andare a comporre il “binomio” vuol dire che le differenze sono sostanziali. Renzi è ostile ad alleanze con altri partiti e lo ha dichiarato mille volte ed in mille modi mentre Martina è “aperto” e vede necessario il confronto con le parti sociali, quindi i Sindacati cosa che Renzi, ha fatto molto poco per non dire nulla. Quello che Marina dice in modo molto pacato è sostenuto proprio in Irpinia. L’area Socialista del PD, con Chiara Maffei, Gennaro Lepore ed il Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro lo evidenziano in maniera netta. La Maffei ha più volte dichiarato di non essere una renziana della prima ora e questo per la sua storia politica che affonda le proprie “radici democratiche” nel socialismo. La Maffei, leader irpina del PSI che fu, passata, sempre nell’alveo socialista, al Nuovo PSI dopo la “frantumazione del panorama partitico classico della cosiddetta “prima Repubblica”, ha sempre “sofferto” certe alleanze o politiche eccessivamente centriste e prive di riformismo tanto che nel momento in cui il Nuovo PSI fu portato da Stefano Caldoro ad allearsi con Silvio Berlusconi, lasciò entrando nel PD ma senza mai rinnegare chi è; anche tra i dem "soffre" ma per quanto tempo ancora se non si #cambiaverso? Il punto principale che l’ha avvicinata a Renzi è stata quella voglia di riformare le Istituzioni che il “rottamatore” sembrava portasse in dote nel PD; (Riforme che noi spiegammo essere indotte più che ricercate dall’ex Sindaco di Firenze). Non sembra proprio esserci affinità tra la Maffei e Renzi su determinate politiche economiche e sociali. Il riformismo non ha niente a che far con il liberismo portato all’eccesso. Che soffi un vento nuovo nell’area socialista è stato a confermarlo proprio Lepore il quale ha sottolineto, parlando con noi di cinquerighe, che nella scelta di sostenere Renzi al Congresso ha influito molto l’appoggio di Martina. E’ facile dedurre che se Martina avesse fatto altre scelte, questa parte socialista non avrebbe seguito Renzi o comunque non lo avrebbe fatto con la stessa compattezza; quanto all’entusiasmo, non crediamo che i socialisti PD siano allo “zen”. Quella che sembra essere oramai una svolta, un  #cambiaverso lo dimostrerebbero proprio le parole che il Sottosegretario alle infrastrutture, il sannita Umberto Del Basso De Caro il quale appoggia gli irpini nella “lotta congressuale”, ha rilasciato a cinquuerighe un mesetto fa: Credo ancora possiamo essere il Partito del 40% (41 alle Europee del 2014) ma ad oggi è importante costruire un centrosinistra e lo si potrà fare aprendo ai partiti di Sinistra". Il Sottosegretario chiude all’alleanza con l’Udc, contrariamente a quanto hanno fatto e fanno altri in Irpinia ma fa emergere con chiarezza la necessità di ripartire da Sinistra ed i Socialisti non “amano” De Mita, l’Udc, la Destra. I Socialisti stanno a Sinistra e qualcuno, Renzi, li ha portati un pò troppo altrove. Insomma, i Socialisti, ora sembrano essere stanchi del vagare in mare aperto e vogliono attraccare al proprio porto.

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