”Abbiamo bisogno di un Congresso che garantisca i luoghi della discussione e di un segretario che possa guidare questa fase delicatissima per il partito e per il Paese". Le parole del Segretario PD, Circolo di Serino, Antonio De Feo relativamente al Congresso provinciale che è stato fissato per Settembre ma sul quale qualche dubbio, qualcuno lo nutre.  “La mancanza di tali luoghi e di tale ruolo, spiega De Feo, ha indebolito fortemente il partito e demotivato i segretari di circolo. Ritengo che tutti stiamo sottovalutando l'urgenza dell’espletarlo”.  

La discussione in atto, o meglio che soprattutto una parte tenta di andare a “realizzare”, ovvero quella di portare a via Tagliamento un Segretario che abbia il supporto delle “macroaree”. Lei cosa pensa?

La condivisione dovrebbe rappresentare la visione del partito e dei suoi compiti. Esistono innegabili differenze ma ritengo che bisogna invertire la rotta. Non è pensabile un Segretario sciocco e obbediente che debba dar conto a più padroni. "Serve un vero servo della causa" capace di accollarsi tutti i fallimenti e le contraddizioni di questo momento. Serve un martire della pazienza che sappia trovare una sintesi. Un vero profeta che faccia del partito non il mezzo di cui servirsi ma il luogo della politica di questa provincia. L'obbedienza è un valore nella misura in cui è obbedienza ai valori e non al potere. Lavorerei per un segretario unitario con nome e cognome e con un programma. Non a un’idea astratta di segretario unitario che risponde a chi in questo momento ha i numeri.  Un Segretario “unico” lo si trova se lo si immagina in un gruppo di persone eterogenee ed appassionate. Anche voi giornalisti siete troppo impegnati nell'etichettare come servi sciocchi e obbedienti chi invece può rappresentare questo cambiamento. Esiste una volontà dal basso che però è troppo insicura e troppo sottovalutata. In questo momento si potrebbero avere anche delle sorprese perché c'é stanchezza.

Personalmente credo che un Segretario che rappresenti le varie anime del partito, nello stato, tra l’altro, in cui si è ridotto, o peggio, è stato ridotto, non sia la soluzione migliore. Sarebbe come una “sutura a crudo”, dolorosa e porterebbe ulteriori “cicatrici”.

Anche io lo penso così.  Questo  “progetto” del quale si parla è semplicemente frutto di una addizione matematica. Frutto di un calcolo di consenso numerico. Penso che se il partito si interrogasse seriamente e guardasse al suo interno con serietà ascoltando i territori si potrebbero trovare soluzioni discontinue e salutari. Allo stesso tempo, se la cosiddetta base avesse uno scatto di orgoglio, probabilmente la soluzione a questa fase sarebbe più facile. Parlo continuamente con iscritti di diverse estrazioni politiche che sono disposti a disobbedire.

Disobbedire?

Per un cambiamento. Per stanchezza. Per rispondere ad una coscienza. Non mi pare poco. Se ci fosse un sussulto delle coscienze avremmo risolto il problema. Certo permangono infiniti interessi di alcuni e per tali interessi taluni sono disposti a fare tutto.

Questi “disobbedienti” potrebbero candidare un proprio uomo?

Perché no. 

Un buon progetto non sempre ha "numeri autosufficienti" quindi le alleanze diventano importanti ma bisogna stare attenti a non "annacquare il disegno":

Francamente non so cosa significhi stare con uno o con l'altro. (NdR: Area che fa riferimento a Umberto Del Basso De Caro e quella di Rosetta D'Amelio, Enzo De Luca, Luigi Famiglietti). Io sto col PD e con chi vuole trovare una soluzione a questo impasse con un Congresso subito.

Un tira e molla sulla data, sugli iscritti online da certificare, incertezze sul futuro. A che "gioco" si sta giocando"? Si è all'ippodromo ma c'è un solo "cavallo" sul quale lei pare proprio non scommetterebbe  pur avendo una idea chiara:

La scelta non è su quale cavallo puntare ma a quale gioco giocare, almeno per me. Capisco anche che vi sia la necessità di formare degli schieramenti ma in questo momento dico che sto con chi vuole celebrare un Congresso subito e con una squadra forte e con possibilità di lavoro. Oltre il nome abbiamo bisogno di trovare unità di programma e di visione. Palmieri, il "nome" del quale si è parlato e si parla come figura che dovrebbe unire, è un bravo amministratore e persona rispettabilissima ma io ho bisogno di sapere cosa vuole dare al partito e come vorrebbe guidarlo e con chi. Il segretario da solo è una pedina. La squadra è fondamentale.

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