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POLITICA  - 
D'Agostino al PD? Una "operazione" che non converrebbe a nessuno
05 AGOSTO 2017 - Ore 18:28

La Politica ha la sua “campagna trasferimenti” proprio come il calcio. Tanti “passaggi” si sono registrati e si registreranno. Si sono formati e sono stati fatti cadere governi con il cambio di casacca da parte di parlamentari di “tutte le repubbliche”; spostamenti però consentiti dalla nostra Carta Costituzionale, e questo è bene ribadirlo. Un “caso” che tiene banco in Irpinia, più del trasferimento da 222 milioni di Neymar dal Barcellona al Paris Saint Germain è quello di Angelo Antonio D’Agostino, Deputato di Scelta Civica al Partito Democratico, ovviamente parliamo di un eventuale passaggio senza “costo del cartellino”. Che questa “operazione” convenga alle parti, noi, non crediamo. Il PD attraversa una fase molto “tribolata, combattuta, infarcita di invidie” e per questo potrebbe verificarsi, in modo amplificato il “caso Atripalda” con l’ingresso di Paolo Spagnuolo tra le fila “dem” all’ultimo momento, prima delle candidature alle amministrative dello scorso Giugno con il partito che si è letteralmente frantumato perdendo pezzi con Luigi Tuccia che avrebbe dovuto essere il candidato ufficiale (di errori ne ha fatti tanti l’ex vicesindaco, tra l’altro proprio quello di rimanere il numero 2 di Spagnuolo sino all’ultimo con il paradosso che avrebbe potuto portare a Sindaco e vice, dello stesso partito, candidati contro). Un partito dove in tanti “credono di essere prime donne” non accetterebbe il nuovo “profeta” che andrebbe a prendersi la “scena”. Guerre intestine che andrebbero a rinfocolarsi ulteriormente avendo trovato il “nemico comune”. De Luca, D’Amelio, Paris, Famiglietti ed altri “aspiranti” la prenderebbero bene? Non è credibile. Non siamo all’ombra della Torre Eiffel ma in Irpinia dove tutto può accadere e con “leggi proprie” e questo bisogna metterlo in conto. Lo stesso D’Agostino ha dichiarato qualche settimana fa che guarda con interesse alle dinamiche del Partito presieduto da Matteo Renzi a livello nazionale ma questo, riteniamo, non voglia necessariamente dire, volerci entrare. Gianluca Festa, PD “DavVero” molto vicino al parlamentare di Montefalcione, ha dichiarato con noi, di auspicare il suo ingresso. Qualora vi fosse la “necessità o la voglia” di entrare nel PD, ecco che allora, per arrivare ad una candidatura, occorre avere una “segreteria vicina” ed ecco spiegata, politicamente, la “simbiosi” D’Agostino – Festa con l’andare a stringere un eventuale accordo nella corsa alla Segreteria con il Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro che appoggia una “fetta” consistente del PD con il sannita, che secondo un logico ragionamento, gli potrebbe garantire “buoni uffici” con Renzi. Questa è una ipotesi, però, che sta in piedi solo se non dovesse essere modificata l’attuale farraginosa Legge Elettorale che garantirebbe solo ingovernabilità. D’Agostino “appartiene” ad un “piccolo partito” e con lo "sbarramento alto" nella Legge Elettorale che nella “metà buona” dell’Italicum vigente bocciato col Referendum costituzionale del 4 Dicembre scorso, prevede un premio di maggioranza al Partito che raggiunge il 40% e non alla coalizione (altrimenti si terrà il ballottaggio) rischia seriamente di restare fuori ma se dovesse essere realizzata una nuova e si tenterà di farlo magari facendo l’ennesimo “papocchio”, arrivando ad un proporzionale con la possibilità che il premio di maggioranza venga dato alla coalizione e non al partito (magari come in passato, con ripescaggi attraverso  i “resti” dove ci sono stati eletti con l’1%), ecco che a D’Agostino, visto che il “piccolo partito” è di fatto “suo”, in Irpinia, e lo dimostra l'enorme consenso acquisito nel 2013, non conviene per niente entrare in un PD che gli farebbe la guerra a costo di far “deflagrare” un partito dato in “agonia”. Chi, tra i tanti attuali piddini che aspirano alla candidatura gli lascerebbe il posto volentieri. Sicuri che i voti che verrebbero portati da D’Agostino da una parte non verrebbero persi dall’altra? A D’Agostino converrebbe restare fuori, sia per le Politiche, che per le Amministrative ad Avellino, sostenendo Festa che, deve però, stare attento a non "amalgamarsi" troppo in questo PD per conservare quell’apparire “uomo di partito ma anche contestatore”. 



Redazione - Summonte - 05 AGOSTO 2017 - Ore 18:28






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