Il "quadro" delle alleanze politiche in vista del prossimo rinnovo dei due rami del Parlamento è "chiaro nella sua confusione". Le dichiarazioni che "vengono fuori" portano l'UdC a ricercare una alleanza omogea col centrodestra (ed è la parte più lineare del "quadro") mentre il PD (nazionale, la parte più "confusa")" si fa "spaccare" da Angelino Alfano, Ministro degli Esteri del Governo Gentiloni con i "dem", partito di maggioranza relativa (ma assoluta, nei fatti). I Democratici sembrerebbero disposti ad un "listone" che comprenda una parte della sinistra che ci sta, poca (con Giuliano Pisapia, da solo o quasi visto che il suo "Campo Progressista ha perso "magnetismo") e molto centro (lo stesso PD) con Alfano, se "cancella" la denominazione "nuovo centrodestra". Basterebbe un "maquillage" per "prorogare" certe "collaborazioni"? Con l'ex titolare al Viminale e attuale, alla Farnesina, non doveva essere una alleanza "temporanea"? Il PD di Matteo Renzi che non voleva fare alleanze con nessuno, sembra orientato a fare operazioni che non rispondono più al "proposito originale". Molto centro e poca sinistra che potrebbe scontentare molti all'interno del partito; infatti, una vasta area vuole ripartire dalla propria sinistra; "Attenzione" ad altri eventuali abbandoni. Il PD negli ultimi tempi è "abituato" a perdere "pezzi". In Irpinia, invece il "discorso" alleanze è "tragicomico". Una "fetta" quella dameliana-deluchiana insegue, segue, si è alleata con l'UdC di Ciriaco De Mita e l'altra (quelli che fanno riferimento al Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro) è assolutamente contraria al dialogo. Non ci si dimentichi che in Regione lo scudocrociato governa col PD ed a questo punto, con la direzione, a livelo nazionale, che è stata presa, sarebbe necessaria una "rivisitazione" dell'accordo che portò Vincenzo De Luca, PD a "Santa Lucia".  In Irpinia, diventerà fondamentale il Congresso anche per questo; Se dovesse prevalere la parte "decariana" allora niente Sindaco "condiviso" con l'UdC, se dovesse prevalere l'altra, allora diventerebbe più plausibile (sempre se vengono mantenute le attuali premesse ma è una decisione che non può essere presa in questo momento di "stand-by"). Il PD, però non può permettersi di essere "subalterno" ed oggi lo sembra o lo è, sia in Irpinia che in Campania ed è per questo che bisogna avere coraggio e fare la "prima mossa" anche con la possibilità di andare al voto anticipato. L'UdC nazionale (che oggi ha, nella dichiarazione di intenti, scelto il centrodestra) e locale ha "tracciato la linea" delle "alleanze variabili, programmatiche" e con questo metodo si è trovato, alla Regione con Stefano Caldoro prima e De Luca poi, sempre in maggioranza con il PD campano ed irpino a subire le "maggioranze variabili". Se i dem vogliono, in Irpinia ed in Campania, far valere la loro "forza" debbono cominciare a "decidere". L'UdC fa il "proprio gioco - politico" il PD  locale sembra subirlo. In Italia si cerca di non andare alle Elezioni anticipate, soprattutto negli ultimi anni ma è il Paese dove in 70 anni ci sono stati 63 governi (non elezioni, tanto per chiarezza ma la Legislatura dura 5). Questa è vera stabilità? Andiamo!

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