Monta sempre più il malumore tra appartenenti alle diverse aree del Partito Democratico irpino e quella "beveriana-decariana" sembra essere "la più colpita dallo scontento". Non solo la parte socialista, come appare evidente e non da oggi. Solo chi non vuole leggere, chi non sa leggere tra le righe, solo chi non ascolta, dice che va tutto bene. Non è affatto così. Che qualche socialista pensi di andare verso Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista? Questa è una delle voci che ci è giunta ma non la crediamo possibile, non al momento, anche perché bisognerà capire come “evolverà” MDP; se peserà di più la parte socialista, quella che lo ha fatto “nascere” o quella “comunista” ma comunque le valutazioni definitive verrebbero fatte dopo le Elezioni Politiche ed Amministrative. Chi ha o avrebbe intenzione di lasciare non certo valuta il "peso elettorale" di dove andrà o della “dote” che porterà. C'è chi ama fare politica allo stato puro, discutere dei grandi temi nazionali ed internazionali e quando lo fa è pienamente a suo agio; ecco perchè il PD per queste "anime" è una “casa senza arredi". Nel PD oramai non si fa Politica, si “vivacchia” e ci si chiede: se ne è mai fatta? Sia a livello nazionale, dove i "grandi temi" ritornano solo in occasioni elettorali e quando qualcosa si fa non sembra sia perchè venga dal "profondo" ma perchè deve essere "fumo negli occhi" (come “traghettare” il PD nel PSE, cosa ha di socialista il PD renziano?) e mettere a tacere chi invoca la Politica (quella sul Lavoro, Occupazione-Disoccupazione giovanile, Immigrazione, Pensioni – si “gioca” al rinvio sulla riforma Fornero? Ma non era da cancellare? Si vuole, invece prolungare l’età di accesso? - Riforma profonda della Pubblica Amministrazione, della Scuola, del mondo del Lavoro, Europa, “Questione Meridionale” e quanto altro. Basta qualche “bonus perenne” a togliere le castagne dal fuoco al Governo e fare in modo che gli italiani stiano meglio economicamente?) Inoltre non sembra che i "socialisti" irpini e non, del PD amino Denis Verdini, parte integrante, come pare si sia definito, della maggioranza che Governa il Paese e grazie al quale è "passato" il Rosatellum bis, così come non amano Angelino Alfano. Se a tutto questo in Irpinia, ci aggiungiamo che i Socialisti non amano per niente la Politica di Ciriaco e Giuseppe De Mita, pur riconoscendo loro una grande intelligenza ma la "compatibilità" politica è altra cosa, ecco che i “pensieri sull’andare via si fanno sempre più pressanti e non fanno dormire la notte”. Ancora, il “rapporto” Politica-Sindacato che quasi non esiste più, ”smontato” dalla politica renziana (anche se per qualche aspetto, liberarsi da catene troppo strette era doveroso) si è sicuri sia stata la “soluzione”? Si è sicuri che i politici, soprattutto quelli di cultura “sindacalista” siano al “settimo cielo”? Fare Politica non è interessarsi delle aiuole o del tappare un buco al Corso, certo è anche questo ma è soprattutto amministrare ed è cosa diversa. C’è chi ha bisogno di “respirare Politica pura, alta, grandi temi”. Che i “socialisti” non si trovassero a proprio agio in questo PD è cosa nota ma che da qualche “popolare” arrivasse ad esprimere una sensazione di “imbarazzo” (riportiamo in maniera molto edulcorata) nello stare in questo partito, non ce lo aspettavamo, non ora, almeno. “Renzi proprio non mi piace più, è stata una delusione, un "bluff", come lo sono tanti qui in Irpinia ed è ovvio che parlo solo dal punto di vista politico. “Sopportare il rinnovo delle candidature dei nostri parlamentari o l’avanzare di “vecchi nomi” magari anche con esperienze nel centrodestra è qualcosa di “agghiacciante”. Di fatto ho iniziato il conto alla rovescia e lasciare non mi costerebbe nulla, perché questo PD oramai non mi piace più e gli sforzi che con tanti amici, ma purtroppo non tutti, stiamo cercando di fare per cambiarlo vanno a scontrarsi con un vecchio e granitico muro o peggio ancora, un muro di gomma che ci rimbalza i soliti ed il solito modo stantio di fare politica, che ci ritroviamo anche nella nostra area dove troviamo chi è pronto a riciclarsi. Lo stesso muro che c'è a Roma, che proprio Renzi, non ha saputo o voluto abbattere. Facce nuove e giovani non sono necessariamente sinonimi di  una politica nuova e migliore”.

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