Il PD sembra avere raggiunto il suo "obiettivo", quello di volere essere sin dai tempi della "gestazione veltroniana" un partito a vocazione maggioritaria e" finalmente" il Segretario Matteo Renzi sembra esserci riuscito ma non per suoi "meriti", piuttosto per l'abbandondo di "alleati" o "pretendenti", quale Angelino Alfano e Giuliano Pisapia che appaiono decisi a non candidarsi alle prossime elezioni Politiche, almeno stando alle loro affermazioni. Sorprende ma solo in apparenza, la decisione, soprattutto quella del Ministro per gli Affari Esteri e prima dell'Interno esponente proveniente dal centrodestra "autore" di Alternativa Popolare proprio per il ruolo svolto nei Governi Renzi e Gentiloni che volge al termine; questo "renderebbe" il senso "plastico" di un "fallimento", quello della "azione governativa" mentre l'ex Sindaco di Milano pare voglia rinunciare in quanto il suo progetto, Campo Progressita non è riuscito ad unire il centrosinistra, a costruire un qualcosa di nuovo. Il "rimando" dello Ius Soli, da approvare potrebbe apparire come un "pretesto" in quanto la "sfida" è stata persa con chi ha "costituito" Liberi e Uguali. Infatti la decisione è stata presa dopo  il "lancio" di Pietro Grasso, Presidente del Senato, ex PD quale leader della nuova "composizione" Articolo Uno - Movimento Democratico e Progressista, SInistra Italiana e Possibile. Questo quanto da dichiarazioni e "ragionamenti" vari ma si sa bene che in politica "ripensamenti e giravolte" sono all'ordine del giorno,  in generale ed a conferma basta ricordare che lo stesso Renzi con la Maria Elena Boschi avevavo annunciato l'addio alla Politica in caso di sconfitta al Referendum del 4 Dicembre 2016 ma così non è stato. Il PD in questi  "anni renziani" avrebbe dovuto rappresentare il "baluardo" all'avanzata dei populismi, dell'astensionismo, del "disamore" per il "praticare" la principale "attività sociale" ed è proprio Renzi  l'emblema del fallimento politico, a quanto "visualizza" l'elettorato perchè egli si presentava quale "alfiere" del nuovo, della "politica progresso e progressista" ed invece è stata cambiata qualche faccia ma i metodi da "prima repubblica" sono lì, più attuali che mai e questo l'elettore non lo dimentica, non lo perdona. Chi decide di non candidarsi lo fa anche per paura di essere "trombato"? "Fermandoci" ad Avellino, in Irpinia, quanti, soprattutto nell'area socialista-comunista lasceranno per andare con Grasso in "Liberi ed Uguali"? Quanti terranno fede alle loro idee, alla loro ideologia, alla loro indole e troveranno il "coraggio" di abbandonare Renzi ed un "PD giovane ma già stantìo"? Mica si vedranno gli "abbandoni" come "posti liberi" da occupare, al Sud come al Centro ed al Nord? Tanti, anche in Irpinia hanno già lasciato in tempi non sospetti e tanti lo faranno, fuori e dentro il partito ma "oggi" personaggi come Umberto Del Basso De Caro, sannita ma"riferimento  irpino dei socialisti e non solo, Sottoisegretario alle Infrastrutture ed ai Trasporti; Rosetta D'Amelio (ex comunista), Presidente del Consiglio regionale della Campania ma anche l'ex democristiano Enzo De Luca perchè non "tuonano" con Renzi, contro una politica del partito che sta portanto a perdere "pezzi" in continuazione? Hanno o no quella autorevolezza, quella "sfrontatezza" di dire al toscano, "Uè, guaglio' ma che stai combinando"? L'unica "fortuna" di Renzi è che al "malridotto" PD non esistono particolari "alternati ed attrattive" per chi "dentro" si "sente si centrosinistra, soprattutto per i "centrisati". Non dimentichiamoci, infine, dei 5 membri irpini "nominati" nell'Assemblea Nazionale: "Addo' stati?". Qualcuno di voi se ne andrà prima, dopo le Politiche o mai? Qualcuno di voi ha radici che affondano in un passato più o meno remoto, socialista, comunista e democristiano ma che sempre "rimembrate", agite di conseguenza. "Preferite", anche legittimamente, per carità, il "titolo nobiliare, la firma" di "membro dell'Assemblea Nazionale" o l'idea, il valore, il pensiero, il progetto? Se preferite il secondo, allora, lasciate, andatevene.

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