"Sono una esigua minoranza che cerca sponda"; E' questo il "durissimo" affondo di Umberto Del Basso De Caro, Sottosegretario alle Infrastrutture ed ai Trasporti, nei Governi, Renzi e nell'atuale di Gentiloni nei confronti dell'area che fa riferimento all'ex Senatore Enzo De Luca. Lo scorso Lunedì vi è stata una riuonione dei deluchiani per "manifestare" contro la gestione del Partito messa in atto dal Commissario politico David Ermini e ci si aspetta una partecipazione dei "decariani" alla prossima di Lunedì ma che participino o meno non cambia il senso  De Luca "cerca" compattezza per il bene del partito? Dicono i "decariani" che si chiedono e rispondono: "quando contestavamo l'operato del Direttorio del quale egli ha fatto parte con D'Amelio, Paris e Famiglieti (ultimi due, parlamentari uscendi e sulla "via della ricandidatura") sino a due mesi fa con l'avvento del Commissariamento, quali aperture al dialogo ha promosso De Luca? Ora cosa vuole? Ci sono le candidature alle Politiche? Ci si aspetta un "aiutino"? Non funziona in questo modo anche se non parliamo di "scorrettezza politica". Le strade sono state tracciate, sia per le Politiche che per il Congresso provinciale, ed ognumo prosegua per la sua". Anche i "decariani" non sono soddisfatti di quanto sta facendo Ermini ma hanno un "aplomb" istituzionale nel quale credono e che non possono permettersi di tradire in quanto sarebbe uno sconfessare se stessi. La Segreteria nazionale deciderà le candidature ed i territori dovranno far sentire la propria voce, fornire indicazioni ma arrivare ad "unirsi" per questo, proprio no. Le ragioni per "condividere" non c'erano e non ci sono, perdipiù per la motivazione sottintesa. Anche al Sottosegretario, problabilmente alcune candidature o ricandidature che sembrano decise potrebbero non stare bene ma a fare "ammuina" non è nel suo stile. I "decariani" dicono: "ci dovevate pensare prima quando avete deciso senza ascoltarci".

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NOTA  A MARGINE MA NON MARGINALE: Qualcuno deve ancora imparare, anche nell'area "decariana" che la politica si fa guardando al futuro, costruendo nel presente ed imparando dal passato. Imparando e non ostinatamente e ciecamente didendere un progetto, che se c'era è clamorosamente fallito ben prima del "mezzo del cammin". Difendere a "spada tratta" qualcosa che palesemnete non valeva la pena fare da tempo è stato un errore di ingenuità e per questo molto grave. La spada, più di una è ora nella propria schiena. Ci si è accorti? Per essere leader, essere un "pezzo che conta", per "avere un ruolo di rilievo" bisogna smetterla con "atteggiamenti infantili" che nella vita oltre che negli ambienti politici "non pagano ma si pagano". Per andare #avanti bisogna crescere.

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