Avellino. Incontro al Circolo della Stampa organizato dal "leale" Franco Russo, Segretario del PD cittadino "Libertà è Partecipazione". Presenti al "tavolo", i candidati alle elezioni Politiche del 4 Marzo, Umberto Del Basso De Caro, nel proporzionale Irpinia-Sannio con Luigi Famiglietti e Valentina Paris;  i tre "moschettieri" impegnati nella "campagna" per la riconferma. Assente Angelo Antonio D'Agostino. Va senza dirlo che il sannita è già roconfermato mentre Famiglietti sembra avere qualche chance (doppia candidatura) mentre per la Paris le cose appaiono difficilissime ma le "combinazioni" potrebbero portare a delle sorprese. Al "tavolo", la "responsabile" della campagna elettorale, Rosetta D'Amelio, Presidente del Consiglio regionale. "Vederla" in questo ruolo "fa strano" visto che avrebbe dovuto essere la "titolare" del collegio uninominale Alta Irpinia, al posto di Giuseppe De Mita, Civica Popolare inglobato per l'occasione. Alla D'Amelio è stato chiesto a 36 ore dalla presentazione delle liste di fare posto a Luigi Famiglietti (domanda: chi ha più voti tra i due?), in realtà la D'Amelio ha "dovuto" fare posto a De Mita perchè sulla "tratta", Napoli-Salerno-Avellino-Nusco-Roma-Rignano è stato così deciso. Il PD ha fatto un passo indietro a discapito di uno dei suoi. Nulla di diverso si può dire. Russo, D'Amelio, Famiglietti e Paris rivendicano le cose fatte dal Governo e richiamano all'unità. L'attesa odierna era tutta per Enzo De Luca, l'ex Senatore, che ad un certo punto è stato tra gli "indicati" alle Politiche, anche dalla Segreteria regionale ma, pure per lui, ai "piani più alti" le cose sono andate diversamente. De Luca ha sottolineato, dopo le "dure reprimende", degli ultimi giorni,  al Segretario nazionale Matteo Renzi che bisogna trovare una certa coesione per battere le destre. Chi ha ascoltato De Luca non può far finta di non aver sentito, ancora una volta, l'attacco alle regole non rispettate. Quindi attacco, di nuovo, vuolentissimo verso la guida nazionale del Partito ed al Commissario politico del PD irpino, David Ermini. In sala, il commento è stato questo: Di fatto, De Luca non molla la presa. Con questo non vogliamo dire che l'ex Senatore remerà contro (si dannerà l'anima ?) ma che aspetti più di tutti il 5 Marzo è evidente, fallimento o meno. Si ricomincia da quella data; bisognerà vedere come. I toni soft ed il "lungo discorso" su altro non deve far dimenticare il significato durissimo delle parole. Quanto all'intervento di Del Basso De Caro (il quale ringrazia Russo per la organizzazione dando "forza" all'incontro ma anche la D'Amelio per la  presenza - i due, seduti dallo stesso lato del tavolo ma con una "distanza di sicurezza", Del Basso De Caro era nell'angolo ma per galanteria, per dare spazio alla Presidente non perchè la temesse, crediamo - ) è pacato come suo solito ma "sferzante" su alcuni "temi". Ricorda che il "suo" Bersani è stato capace, quasi di perdere alla scorsa tornata elettorale del 2013, dissipando un vantaggio enorme; ha attaccato Monti, Tremonti. Un'azione politica che "passò", nel 2010 a "trasferire" milioni di euro dal Sud al Nord mentre i Governi, con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni hanno dato tanto al Mezzogiorno. Una campagna elettorale, quella PD, in salita anche perchè, secondo Del Basso De Caro, la "grande stampa nazionale" è contro ed ha ricordato come erano "suddivisi" i "quotidiani" qualche anno fa. (Leggi qui cliccando: dall'intervento dello scorso Venerdi si può ricostruire quello di oggi). Vogliamo, però, sottolineare, delle parole dette da Del Basso De Caro, oggi, "Ulivo, Prodi - sostegno del Professore bolognese". Bene: Del Basso De Caro dice che nel PD c'è il simbolo dell'Ulivo a significare la continuità con l'esperienza, sostanzialmente, di Romano Prodi al Governo, quello dei "1001 partiti"; Non è così. Il PD, "fusione a freddo" di due partiti distanti tra loro doveva, nelle intenzioni del primo Segretario (2007, Walter Veltronii) avere una vocazione maggioritaria ma così non è stato. Renzi, l'attuale Segretario, proprio non vuol sentire parlare di Ulivo e di quella esperienza che portava i governi ad essere politicamente ricattabili da chiunque. Vero è che l'attuale Segretario nazionale, a suo modo, ha provato a costruire un partito addirittura senza "correnti". Che non ci sia riuscito ed abbia fallito è altra cosa ma dire che il PD di oggi ha continuità, in un qualche modo, con quella esperienza a partire da qualche "lustro", è qualcosa di profondamente sbagliato così come è dire che Prodi sostiene il PD. No Prodi, non ha dato nessuna benedizione ai "dem", anzi ha detto di sostenere la lista "Insieme" alleata col PD ma non è il PD (non sostiene Liberi e Uguali ma neanche i dem; Che il Professore bolognese sia tornato solo dopo qualche "annetto" su di un "palco politico" è la prova provata della lontananza da questo PD, senza dimenticare che qualcuno gli ha "sfilato" la "poltrona" di Presidente della Repubblica, magari facendolo illudere mentre stava in Africa facendo un "Safari"). Prodi sceglie "Insieme" e Gentiloni, non Renzi, sia ben chiaro; tutto questo ha un significato evidente. La lista "Insieme" (PSI, Verdi ed Area Civica) è la lista ulivista. I problemi del PD è sui "quattro punti cardinali", ad ogni latitudine ed in Irpinia forse sono ancora più evidenti ed il cercare di mascherarli rischia di diventare una "commedia".

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