Il PD irpino come quello nazionale è stato asfaltato dagli elettori. Le Politiche del 4 Marzo hanno determinato la fine della vecchissima politica irpina quella in cui "bastava una telefonata" per chiamare alle armi, al voto migliaia di persone. L'elettore si è liberato di quella "sudditanza psicologica" e finalmente ha sbaragliato quello stantio modo di fare che "annidava" sino al 4 Dicembre del 2016 (in Irpinia la sconfitta referendaria ha fatto registrare la perggior percentuale nazionale) nei partiti irpini, soprattutto nel PD. Le "paure" di Chiara Maffei esponente di spicco dell'area socialista interna al PD, componente dell'area che fa riferimento al Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro si sono rivelate in tutta la loro "drammacità" (della Maffei abbiamo apprezzato tante sue "mosse e parole" ma non è esente da "colpe politiche" anche negli ultimi giorni commesse). La sua "paura" era quella che potesse sembrare l'azione del sannita e del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, un tentare di mettere il cappello in testa agli irpini, gente orgogliosa. Ebbene, la "imposizione" della candidatura in Alta Irpinia nella coalizione (di fatto inglobata nel PD) del nitpote di Ciriaco De Mita, Giuseppe, parlamentare uscente (qui non commentiamo i risultati di chi eventualmente eletto e per qualcuno l'elezione era in previsione scontata - plurinominale - . I forti se forti avrebbero dovuto affrontare il "corpo a corpo", piuttosto che rifugiarsi nel collegio sicuro evitanto anche il senatoriale, come voleva fare Rosetta D'Amelio, Presidente del Consiglio regionale la quale aveva offerto la disponibilità alla candidatura ma solo nel collegio Alta Irpinia ma "deppennata" a 36 ore dalla presentazione delle liste proprio per fare spazio a De Mita. I "decarianI" avrebbero dovuro spingere per lei, se veri "antidemitiani" ma non lo hanno fatto; qualcuno non ci venga dire che grazie ai decariani, grazie al sannita, in Irpinia si sono limitati i danni...peggio di così, cosa? Bisognava "irpinizzare l'area irpina", come abbiamo sempre sostenuto noi di Cinquerighe nell'analizzare politicamente, affidando la guida ad un irpino e fare in modo di non fossero solo "allievi, calciatori, discepoli, figuranti), la vicenda congressuale non risolta da oltre due anni (il PD è in mano al Commissario politico David Ermini, del quale sembrano essersi perse le tracce), le liti interne, le ambizioni politiche personali (seppur legittime) unite alla evanescenza nazionale a partire dalla guida della Segreteria nazionale di Matteo Renzi, "colpevolmente" eletto nuovamente il 30 Aprile dello scorso anno dopo il fallimento del Referendum Riforme, a "suffragio bulgaro" hanno determinato lo "sfacelo" in Irpinia, di fatto, ancor di più. A questo punto i cinque rappresentanti irpini nell'Assemblea nazionale (Rosetta D'Amelio, Enzo De Luca, Sebastiano Gaeta, Francesco Iovino e la Maffei) rifletteranno, almeno, sul dare le dimissioni? Da lì non si potrà cambiare il PD, un PD che probabilmente già non esiste di fatto.  

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