A due ore dall'inizio dello scrutinio, le Politiche del 4 Marzo 2018 determinano la fine della Sinistra, qualora sia mai esistita (Liberi e Uguali e Potere al Popolo "sosterebbero" intorno ad una manciata percecentuale). Trionfa il Movimento 5 Stelle come "partito-coalizione" che si attesterebbe intorno al 32-34% mentre la coalizione di centrodestra costituita da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia intorno al 35. ("Parliamo" di exit poll - prime proiezioni su "base" cospicua). La Lega, come ovvio sfonda al Nord. Il centrodestra ottiene un ottimo risultato ma non basta per sfodare quota 40, per ottenere il premio di maggioranza  e governare; "premio" che non raggiunge neanche il Partito, il Movimento largamente vinciore, 5s. Lo "sconfitto più sconfitto" è il PD di Matteo Renzi che dopo il 41% della Europee del 2014 è stato capace di dissipare un patrimonio politico (che a dire il vero non era stato creato su basi solide ma su bonus e rottamazione). Dopo avere "straperso" come dichiarò lo stesso Segretario, il Referendum sulle Riforme del 4 Dicembre 2016, il PD iscritto al PSE ma del quale non si conosce o riconosce più la radice politica, "straperde" le Elezioni Politiche (18%). Un quadro, chiaro, nelle grandi "direttrici", ovvero, un Paese stanco della vecchia Politica che si affida a quelli che genericamente e forse a questo punto anche erroneamente, vengono definiti "populisti". Quadro, al momento, confuso nella "costruzione" della Maggioranza di Governo. Si "disquisisce" su "maggioranza politica" uscita dal voto e quella di "gruppo parlamentare". Se dovesse essere confermata, al termine dello scrutinio, tale "dicotomia" sulle spalle del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cadrà il "dirimere" la questione in quanto è immaginabile, iportizzabile che verrà "tirato per la giacca". Luigi Di Maio, indicato alla Presidenza del Consiglio da parte dei pentastellati, dovrebbe, sostanzialmente a norma ma soprattutto dovendo doverosamente rispettare il volere della maggioranza degli italiani (non dei tecnicismi, almeno nell'immediato dopo voto) ricevere l'inarico di "provare" a trovare i numeri in Parlamento per formare il Governo della Legislatura numero XVIII.

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